Mentre il partito di Silvio Berlusconi appare sempre più lacerato sul voto di fiducia al governo che dovrà esprimere oggi alle Camere, altri schieramenti politici ostentano, invece, rocciosa fermezza. Sono i partiti dell’opposizione che, salvo clamorosi colpi di scena, negheranno convintamente il loro sostegno al governo delle larghe intese.
Primi tra tutti i parlamentari del M5S che, dopo essersi riuniti in assemblea, hanno deciso di presentare una mozione di sfiducia all’esecutivo. Come annunciato ieri dalla nuova capogruppo al Senato, Paola Taverna: “Domani mattina il Movimento 5 Stelle presenterà una mozione di sfiducia al governo Letta – ha detto – Davanti al teatrino di Pd-Pdl-Forza Italia è ora che si pronunci il Parlamento e mandi a casa il governo Letta. Il Movimento 5 Stelle voterà compatto contro il governo dell’inciucio“.
Nessun dubbio anche dalle parti di Fratelli d’Italia: “E’ evidente il fallimento del governo Letta – ha scandito ieri Ignazio La Russa – un esecutivo ‘contro natura’ basato solo su un do ut des che riesce nella difficile impresa di fare peggio anche del governo Monti. La tassazione è aumentata, la disoccupazione è ai livelli massimi toccati solo nel lontano 1977, con quella giovanile – ha evidenziato l’ex Pdl – che addirittura raggiunge il 40,1%, l’Iva è passata dal 21 al 22%, con ripercussioni sia sui cittadini più poveri che sui consumi, i due marò sono ancora piantonati in India e della difesa della sovranità nazionale in tema di economia – ha concluso La Russa – non c’è traccia”.
Un ritratto impietoso delle “larghe intese”, che non lascia dubbi sul loro orientamento di voto. Che dovrebbe fare il paio con quello dei leghisti. I gruppi parlamentari del Carroccio si sono incontrati ieri sera alla presenza del segretario federale, il quale si era però già espresso sulla questione “fiducia”: “Immagino che Letta verrà domani a presentare il programma che ha già presentato per il suo insediamento – aveva detto in mattina Roberto Maroni – Se è così, ribadiremo il nostro voto contrario“.
E, infine, Sel, col presidente Nichi Vendola che ha ieri raggiunto la Capitale per incontrare Enrico Letta e dettare la linea ai suoi. “L’esperienza della larghe intese è finita”, ha certificato il governatore della Puglia, che ha però inaspettatamente aperto a un governo di scopo.