Il giorno della fiducia: dal labiale del premier al pianto della De Pin

Paola De PIn

 

In attesa di capire se il cambiamento registrato ieri dai più ottimisti imprimerà un nuovo sprint all’attività di governo, ci intratteniamo su alcuni particolari che hanno “colorato” la lunga giornata parlamentare culminata nella rinnovata fiducia alle “larghe intese”.

Il labiale del premier – Come già abbondantemente detto, la decisione ufficializzata al Senato da Silvio Berlusconi di confermare il sostegno della sua parte politica all’esecutivo ha spiazzato un po’ tutti. Compreso Enrico Letta, sul cui viso si è subito disegnato un compiaciuto sorriso. Non solo: come rivelato da una telecamera della Rai, il premier ha rivolto lo sguardo verso gli scranni del suo partito per sillabare un “Grande” inequivocabilmente riferito al Cavaliere.

Il ritardo di Alfano – Ma prima di ogni cosa andrebbe annotato un dettaglio non da poco: quando intorno alle ore 9,30 il presidente del Consiglio ha dato il via alle sue comunicazioni urgenti nell’Aula di Palazzo Madama, la poltrona alla sua sinistra era ancora vacante. Solo dopo circa 5 minuti il vicepremier Angelino Alfano ha, infatti, raggiunto la sua postazione governativa con il volto vistosamente teso. A preoccuparlo era forse la convinzione che il leader del suo partito avrebbe, di lì a breve, sfiduciato il governo, aprendo una crisi (interna al Pdl-Fi) difficilmente risolvibile. Ma così non è andata.

I conti del Cavaliere – Quanto a Silvio Berlusconi, prima di prendere la parola in Aula, il presidente della rinata Forza Italia ha avuto il suo bel da fare. Raggiunto al suo scranno da un fiume inarrestabile di parlamentari che gli hanno fornito informazioni di ogni tipo, il Cavaliere ha diligentemente riportato tutto su un foglio abbozzando una svelta contabilità. Che, come è noto, lo ha poi persuaso dell’opportunità di confermare la fiducia al governo, prendendo in contropiede un po’ tutto l’emiciclo.

Lacrime e insulti – Ma a provocare una vera e propria bagarre al Senato sono state le parole pronunciate dalla senatrice veneta Paola De Pin (ex M5S) del Gruppo Misto. Al momento delle sue dichiarazioni di voto (a favore del governo), la parlamentare ha, infatti, ceduto alla tensione scoppiando in un pianto che è stato immediatamente stigmatizzato dai suoi ex colleghi. “Venduta” le hanno urlato i “cittadini” del M5S, che – secondo alcuni – si sarebbero avvicinati al suo banco per tributarle parole ancora più offensive e per minacciarla.