Apocalisse Lampedusa: e la politica polemizza

Tragedia a Lampedusa, morti almeno 83 migranti,centinaia di dispersi

 

Anche per gli addetti ai lavori impegnati da anni nelle operazioni di salvataggio dei “disperati” provenienti dall’Africa, la scena che si è presenta ieri davanti ai loro occhi è apparsa insostenibile. L’ennesima “ecatombe” del mare si è consumata vicino Lampedusa, al largo dell’isola dei Conigli. Un peschereccio con circa 500 persone (prevalentemente di origine somala ed eritrea) è stato inghiottito dalle fiamme, trasformandosi nella più lugubre delle bare.

Una strage immane: 111 sono i cadaveri già recuperati, solo 155 i sopravvissuti, in mezzo i troppi corpi (ormai sicuramente senza vita) ancora da rintracciare. La tragedia, che ha ieri monopolizzato l’attenzione nazionale, ha dato il là al solito carosello politico: dal presidente della Repubblica in giù, è stato tutto un susseguirsi di moniti e appelli, di analisi e auspici infarciti di quella retorica che rende ancora più pungente il dolore. E acuta l’indignazione collettiva.

Tra le posizioni più muscolari, va però registrata quella del deputato leghista, Gianluca Pini, che ha ieri puntato il dito contro due donne delle istituzioni: “La responsabilità morale della strage che sta avvenendo nelle acque di Lampedusa – ha tuonato – è tutta della coppia Boldrini-Kyenge. La loro scuola di pensiero ipocrita, che preferisce politiche buoniste alle azioni di supporto nei Paesi del terzo mondo, ha portato a risultati drammatici come questi. Continuando a diffondere senza filtri messaggi di accoglienza – ha rincarato l’esponente del Carroccio – si otterrà la sola conseguenza di mietere più vittime di una guerra. Tanto la Boldrini quanto la Kyenge hanno sulla coscienza tutti i clandestini morti in questi ultimi mesi”. 

Parole pesantissime, a cui il ministro dell’Integrazione ha così replicato: “E’ stato segnato un punto di non ritorno rispetto a questa forza politica. Se uno vuole prendere il palcoscenico, non è questo il momento per farlo. Imputare la responsabilità morale di quello che sta accadendo a Lampedusa a me e alla presidente della Camera, come ha detto Pini – ha dichiarato Cecile Kyenge – è offensivo per noi, ma soprattutto per le vittime e per le coscienze dei cittadini italiani”.

L’ennesima tragedia del Mediterraneo ha riacceso le polemiche sulla “legge Bossi Fini”, emanata nel lontano 2002 per regolamentare i flussi di migranti provenienti dai Paesi africani. Una legge particolarmente stringente che prevede l’espulsione immediata dei clandestini e concede il permesso di soggiorno in Italia solo a chi dimostra di avere un regolare contratto di lavoro o a chi fa esplicita richiesta di asilo politico. Strumento irrinunciabile di precauzione e controllo per i leghisti, la legge necessita – secondo molti – di una ormai improcrastinabile revisione.