Pdl-Forza Italia: scissione in stand by

Former Italian Prime Minister Silvio Ber

 

All’indomani della rocambolesca fiducia confermata al governo di Enrico Letta, la situazione all’interno del partito di Silvio Berlusconi resta a dir poco confusa. Gli “scissionisti” che mercoledì pomeriggio avevano annunciato la loro improcrastinabile “dipartita” dal gruppo sembrano averci ripensato e da ieri non ostentano più tanta fermezza.

Tra tutti il senatore ciellino, Roberto Formigoni“La linea del nuovo gruppo è sospesa – ha dichiarato ieri – Abbiamo trovato un Berlusconi dialogante e anche per questo abbiamo sospeso l’iniziativa”. Si racconta che nella mattinata di ieri, il vicepremier Angelino Alfano abbia raggiunto il Cavaliere nella sua residenza romana per un faccia a faccia chiarificatore. Berlusconi avrebbe tradito un moderato “pentimento” per aver prediletto la linea dei “falchi”, arrivando ad offrire al “delfino” riluttante le teste dei due pasdaran più agguerriti: Daniela Santanchè e Denis Verdini.

Dal canto suo, pare che il ministro dell’Interno abbia fatto all’ex premier una proposta “indecente” suggerendogli di dimettersi da sentore prima che la Giunta per le Elezioni (che formalizzerà oggi la sua richiesta di decadenza) e l’Aula del Senato voteranno a suo sfavore. Ottenendo, come è facile immaginare, un fermo no. Il faccia a faccia di ieri mattina, insomma, non sarebbe stato del tutto risolutivo, ma avrebbe messo in stand by la pre-annunciata spaccatura.

La tragedia di Lampedusa ha poi fatto il resto: di fronte ai numeri dell’ennesima ecatombe del mare, la politica ha opportunamente scelto di fare un passo indietro e sia la conferenza stampa convocata dai ministri del Pdl sia l’incontro di Silvio Berlusconi con i gruppi parlamentari sono ieri stati annullati. Così come la manifestazione indetta per oggi a Roma per testimoniare la vicinanza degli “oltranzisti” al Cavaliere in odor di decadenza. Chi non ha, invece, rinunciato a incontrarsi sarebbero stati proprio i “falchi”. Chiusi nella nuova sede del partito a San Lorenzo in Lucina, avrebbero fatto il quadro della situazione e predisposto il contrattacco, ricordandosi l’un l’altro di non voler “morire democristiani”.