In un’intervista-fiume rilasciata ieri al quotidiano torinese La Stampa, il sindaco di Firenze, Matteo Renzi, è tornato a parlare di sé.
La “riesumazione” della Balena bianca democristiana (con il duo Letta-Alfano al governo), che potrebbe prefigurare il ritorno al “grande centro”, non sembra preoccuparlo affatto: “Letta è un bipolarista convinto. Anche Alfano – ha osservato Renzi – Il Grande Centro è il sogno dei Fioroni e dei Giovanardi. Non passerà. Per la legge elettorale ripartiremo dalla bozza Violante. Chiunque vinca il congresso – ha assicurato l’ex “rottamatore” – il Pd ne uscirà ancora più bipolarista. Ma sarà un bipolarismo gentile e rispettoso”.
E i rumors sui suoi rapporti non proprio sereni con l’attuale presidente del Consiglio? “A Letta ho detto che, se diventassi segretario del Pd – ha spiegato il sindaco di Firenze – non mi chiederei ogni giorno cosa fare per danneggiare lui e Alfano. Il mio non sarebbe un Pd con la matita rossa e blu per fare le pulci al governo”. “Volete capire che sono molto ambizioso, ma non ho fretta? – ha aggiunto il “giovane” del Pd – Se Enrico dura dieci anni, farò dell’altro. Tanto fra dieci anni – ha “punto” il primo cittadino – avrò l’età che lui ha adesso”.
E sulla sua idea di partito: “Vorrei che Pd diventasse sinonimo di leggerezza calviniana – si è lasciato andare il fiorentino – Per vent’anni abbiamo fatto la faccia triste perché dall’altra parte c’era un sorriso finto. Farò una campagna allegra. Anche se andrò in luoghi drammatici, dal Sulcis a Lampedusa”. Quindi gli slogan finali: “La Bossi-Fini va cambiata – ha tagliato corto Matteo Renzi – E l’Europa, basta con questo andazzo per cui quando si tratta di sistemare le banche si va a Francoforte, mentre quando si tratta di sistemare le salme – ha polemizzato il democratico – ognuno pensa ai fatti suoi”.