Birra nel mirino. Proprio così. Dall’America, precisamente dal Michigan, il governo fa sapere che è disposto a proteggerla. E in Italia? Beh, qui la situazione è molto differente. Il Bel Paese ha stabilito una nuova tassazione sulla birra i cui preventi serviranno per finanziare istruzione, ricerca e università. Ma andiamo nello specifico per capire le due diverse operazioni politiche. Lo stato federale del Michigan ha fatto sapere che si batterà per la causa che i quotidiani americani hanno ribbattezzato con il nome “Michigan Pint Bill” ossia “Disegno di legge per la Pinta del Michigan”. Lo scopo di questa azione legislativa è di garantire che ogni pinta di birra venduta nello stato contenga almeno 16 once e non una goccia in meno. La normativa recita: ” Un gestore di un locale non può, in questo stato, pubblicizzare o vendere qualsiasi bicchiere di birra come pinta a meno che il vetro non ne contenga almeno 16 once”. Questo perchè alcuni bar del Michigan utilizzano la parola “pinta” per descrivere la forma del vetro , piuttosto che il volume contenuto. Una tutela per il cittadino, dunque, affinchè non venga ingiustamente fraudato.
Si cambia stato e si cambia notevolmente registro. In un momento in cui la crisi pressante soffoca le famiglie, lo Stato italiano pensa bene di privarli anche del piacere di svagarsi con gli amici davanti a un boccale di Bionda o Rossa che sia. Il motivo? Presto detto. Il governo ha previsto di aumentare le accise sugli alcolici in tre step. Il primo aumento pari al 12,5% si avrà a partire dal 10 ottobre, poi ancora dal 1° gennaio 2014 e altri rincari dal 2015. Rimannendo in tema di birra, l’aliquota dell’imposta di consumo dal 10 ottobre passa a 2,66 euro per ettolitro e per grado, nel 2014 arriverà a 2,7 euro nel 2014 e ancora a 2,99 euro dal 2015. Il governo italiano maschera la tassazione dietro una nobile causa: quei soldi serviranno a finanziare istruzione, ricerca e università. Questo però non basta a placare le aziende produttrici, che in Italia sono circa 500 con un giro di 150mila addetti ai lavori. Non sorprende quindi che l’associazione Assobirra sia sul piede di guerra ed è pronta a contestare duramente il provvedimento. Già in previsione una petizione tra i 35milioni di consumatori, proprio perchè, rende noto l’Associazione: “l’accisa è una tassa che paga il consumatore ogni volta che beve una birra, che lo faccia in pizzeria o al bar o a casa sua. Già oggi 1 sorso su 3 va al Fisco“- aggiungendo che – “Questi nuovi aumenti rischiano di mettere in ginocchio un settore in cui si dà lavoro direttamente a 4.700 persone, che arrivano a 144mila se si considera l’indotto”. La battaglia ha inizio.