Come pensa il governo italiano di rientrare nei parametri imposti dalla rigida Europa, il cui sforamento rischia di farci tornare nel gruppo dei Paesi poco virtuosi? Con una “manovrina” di rientro che prevede la vendita di alcuni immobili e una nuova “sforbiciata” ai dicasteri.
A dichiararlo è stato il ministro dell’Economia, Fabrizio Saccomanni, che – a conclusione del Cdm convocato ieri pomeriggio – ha incontrato i giornalisti per informarli sui contenuti del decreto che (nelle speranze dell’esecutivo) riporterà il rapporto deficit-Pil italiano entro la soglia del 3%. Come fortemente richiesto dall’Unione europea.
“La misura equivale, in termini di fondi, a 1 miliardo e 600 milioni di euro – ha contabilizzato Saccomanni – e, contrariamente a quanto si è sentito nelle ultime ore, prevede la copertura di questo importo con due modalità principali. La prima riguarda la vendita di immobili di proprietà del demanio dello Stato per un importo di 500 milioni, la seconda prevede la riduzione di spese dei ministeri e dei trasferimenti agli enti locali per l’importo di 1 miliardo e 100 milioni“.
Invitato dai giornalisti a dettagliare di più: “I tagli ai ministeri sono tagli sulle spese rimodulabili, con l’esclusione di alcuni ministeri come la Ricerca e la Sanità, e verranno attuati in modo più o meno lineare”, ha spiegato Saccomanni. Che ha poi aggiunto che nel decreto varato in Cdm non sono previste coperture per il rinnovo della Cassa integrazione in deroga, ma è stato invece istituito il fondo (annunciato anche dal premier Letta a Lampedusa) per fronteggiare l’emergenza immigrazione.