Che a Silvio Berlusconi non manchino le preoccupazioni personali è un dato di fatto riconosciuto da tutti, eppure il presidente del Pdl ha scelto di non indietreggiare al cospetto delle tensioni che insidiano la compattezza del suo partito. Dopo aver rinviato per tre giorni il rientro a Roma, il Cavaliere ha ieri fatto ritorno nella sua residenza capitolina dove è stato raggiunto da una folta delegazione di pidiellini.
Primo tra tutti, Raffaele Fitto, assurto agli onori delle recenti cronache politiche come capo dei “lealisti”. A Silvio Berlusconi, l’ex governatore della Puglia avrebbe ribadito l’urgenza di procedere con l’azzeramento delle cariche all’interno del partito e con la convocazione di un congresso. Fitto guarda, infatti, con montante insofferenza ai ruoli ricoperti, nel governo e nel Pdl, da Angelino Alfano e avrebbe espressamente chiesto al Cavaliere di disegnare un nuovo organigramma del partito.
Animato dalla volontà di silenziare i nervosismi tra le varie “fronde”, l’ex premier avrebbe invitato ieri Angelino Alfano a raggiungerli a Palazzo Grazioli, ma il vicepremier avrebbe declinato l’invito a causa di impegni già presi con la compagine di governo. Un “no grazie” che, secondo i più maliziosi, il segretario del Pdl avrebbe scandito per evitare il faccia a faccia con il competitor interno, Raffaele Fitto. A unirsi all’ex premier e al pugliese sono stati, invece, ieri il capo dei “falchi”, Denis Verdini, il quasi “falco”, Sandro Bondi e le “lealiste” di ferro, Mara Carfagna e Maria Stella Gelmini.
A tutti loro Silvio Berlusconi avrebbe ribadito la necessità di rimanere compatti e di evitare di veicolare l’immagine di un partito segnato da veleni e diffidenze reciproche. In attesa di definire i nuovi equilibri interni che, stando ai primi rumors trapelati, potrebbero portare all’investitura di Raffaele Fitto a coordinatore unico del partito, con Angelino Alfano vicepresidente.