La campagna elettorale aperta sabato a Bari ha acceso i fari su Matteo Renzi. Il candidato (favorito) alla segreteria del Pd si è attirato gli “strali” di alcuni ministri, che lo hanno bacchettato sulla questione “indulto-amnistia” riabilitata da Giorgio Napolitano.
“Bellissimo vedere chi fa volontariato nelle carceri, ma come facciamo a insegnare la legalità ai giovani e agli studenti se ogni sei anni buttiamo fuori i detenuti perché le carceri scoppiano?”, si è chiesto l’ex “rottamatore”. Che ieri, intervenuto alla trasmissione televisiva In mezz’ora, ha spiegato: “Io ho detto che non mi sembrava serio né educativo né responsabile un nuovo indulto-amnistia, dopo 7 anni dall’ultimo atto di clemenza”. “Non si può dire: l’ha detto il capo dello Stato e quindi si fa così. I partiti, se non discutono su questi temi – ha aggiunto il sindaco di Firenze – cosa ci stanno a fare?”.
“Il presidente della Repubblica non è mai uscito dai suoi poteri, neanche con l’ultimo messaggio alle Camere – ha messo in chiaro Renzi – ma bisogna anche avere il coraggio di dire che su alcune cose si può essere in disaccordo, senza per questo parlare di lesa maestà”. Prese di posizione che – come accennato – hanno insolentito alcuni ministri, tra cui la radicale Emma Bonino, da sempre sensibile alla questione che riguarda l’emergenza carceraria: “Se Matteo Renzi è il nuovo che avanza, fatemi il favore di ridarmi l’antico“, ha affondato la responsabile degli Esteri.
Per non parlare del ministro dello Sviluppo economico, Flavio Zanonato: “A me pare che Renzi ragioni in termini puramente propagandistici, stile Grillo, e non entri nel merito della questione”, ha tagliato corto il democratico. “Vogliamo affrontare il problema in modo propagandistico o vogliamo prenderlo in mano con serietà, come ha fatto il presidente della Repubblica? Non ho dubbi su questo: l’atteggiamento di chi non vuole l’indulto perché pensa che così prende qualche voto in più – ha rincarato Zanonato – non mi convince”.
Tesi condivisa anche da Maurizio Lupi: “Renzi cerca consensi a destra come a sinistra – ha dichiarato il ministro delle Infrastrutture – Per una volta il Pd e il futuro segretario del Pd la smettano di pensare se le cose possono essere fatte o non fatte pensando a Berlusconi, all’unico nemico che ha tenuto unito l’opposizione”.
Il “fuoco di fila” governativo ha spinto il diretto interessato a replicare: “Chi fa politica dovrebbe parlare chiaro e non entrare nei giochini degli addetti ai lavori – ha detto Matteo Renzi – Se poi i ministri, invece di governare, si mettono a commentare le mie dichiarazioni sull’amnistia, mi spiace per loro”.