A rimettere in discussione la tenuta delle “larghe intese” potrebbe essere la nuova polemica sulla legge Bossi-Fini. I continui sbarchi di migranti nelle coste della Sicilia e la cronaca incessante delle morti in mare hanno, infatti, rinfocolato il dibattito sulla legge che impone di “setacciare” l’ingresso degli stranieri in Italia.
A intervenire sull’argomento è stato il solitamente cauto premier Enrico Letta che sabato scorso ha detto: “Da cittadino e da politico abolirei la Bossi-Fini e ho sempre ritenuto sbagliato il reato di clandestinità, ma siamo una grande coalizione nella quale è normale ci siano delle contraddizioni”. E a contraddirlo per primo è stato, infatti, il suo vice al governo, Angelino Alfano: “Non è che se si abolisce la Bossi-Fini si risolve il problema dei morti in mare – ha notato il segretario del Pdl – Non è che smettono di imbarcarsi illecitamente o di morire in mare perché così si rende tutto più sicuro. Non si può trasformare un grande dramma europeo, del Mediterraneo – ha continuato il ministro dell’Interno – in una questione di demagogia politica. Con la demagogia, non si eliminano i morti”.
A dargli man forte moltissimi esponenti del suo partito, tra cui il senatore Maurizio Gasparri: “In tema di immigrazione – ha detto l’ex capogruppo del Pdl al Senato – Letta ascolti chi ne sa più di lui, rispetti il ruolo del vicepremier e ministro dell’Interno Alfano e non ceda alle tesi demagogiche di qualche suo inutile ministro che vuol smantellare la Bossi-Fini”.
E a schierarsi compattamente contro qualsiasi ipotesi di abolire la Bossi-Fini è stata ovviamente la Lega Nord, che sabato scorso è scesa in piazza a Torino con tutti i suoi dirigenti: da Roberto Maroni a Umberto Bossi, da Roberto Calderoli a Matteo Salvini. “La macro-regione del Nord dice no ai clandestini – ha tagliato corto il segretario del Carroccio – Chiameranno noi governatori per chiederci di ospitarli, ma fino a quando le commissioni non avranno stabilito che sono profughi, per me sono clandestini. E io i clandestini – ha ribadito categorico Maroni – non li faccio entrare”.