La tegola di Napoli: Berlusconi rinviato a giudizio per corruzione

Silvio Berlusconi

 

I timori di Silvio Berlusconi hanno da ieri assunto contorni più netti e a funestare il suo rientro a Roma ci ha pensato una notizia arrivata da Napoli. Il gup (giudice dell’udienza preliminare) Amalia Primavera ha, infatti, accolto la richiesta di rinvio a giudizio avanzata dalla Procura partenopea nei confronti del Cavaliere e di Valter Lavitola, sospettati di aver corrotto alcuni senatori – tra cui l’ex Idv Sergio De Gregorio – per accelerare la caduta del governo Prodi nel 2008.

Il processo partirà il prossimo 11 febbraio, ma la tegola caduta ieri sulle spalle del presidente del Pdl ha già monopolizzato l’attenzione nazionale. Il partito si è subito stretto intorno al suo leader, rispolverando il mantra della persecuzione giudiziaria. Milano chiama, Napoli risponde – ha commentato il capogruppo al Senato, Renato Schifani – L’accerchiamento giudiziario sul presidente Berlusconi continua, senza esclusione di colpi. L’obiettivo però non sarà raggiunto. Gli siamo ancora più vicini in questo particolare momento. Nessuno si illuda – ha avvertito Schifani – Silvio Berlusconi resterà a lungo il leader del centrodestra e della maggioranza degli italiani”.

Resto incredulo non solo dal punto di vista giuridico, ma ancor più dal punto di vista politico – è stato, invece, il commento di Daniele Capezzone – Chiunque abbia buona memoria ricorda perché cadde Prodi: per un verso, scelte dissennate in materia economica e fiscale, che determinarono una clamorosa impopolarità di quell’esecutivo; e per altro verso – ha ricordato il pidiellino – l’attacco giudiziario alla famiglia dell’allora ministro Mastella“.

Laconica anche la reazione dello storico difensore di Silvio Berlusconi, Niccolò Ghedini“La decisione di rinviare a giudizio il presidente Berlusconi appare davvero straordinaria – ha messo nero su bianco in una nota – Solo pochi mesi or sono, lo stesso ufficio gip (giudice indagine preliminare, ndr), con diverso giudice, aveva stabilito la improcedibilità del richiesto giudizio immediato rilevando insussistente l’ipotesi corruttiva. Oggi sugli stessi elementi – ha sottolineato incredulo Ghedini – viene fissato il giudizio”.

A intervenire sull’ultima “grana” giudiziaria del Cavaliere è stato anche Sergio De Gregorio, l’ex parlamentare che con le sue rivelazioni ha scoperchiato il “vaso di Pandora” dando il là alle indagini: “Credo che questa vicenda acceleri il tramonto di un percorso politico arrivato ormai al redde rationem – ha dichiarato ai microfoni di SkyTg24 – Consiglio a Berlusconi di ritirarsi dalla scena politica, liberando l’Italia e la sua persona da tante infamie. Io mi sono liberato di un peso e liberato la mia coscienza”.