Sotto le stelle niente muore, con Mila Moretti

mila moretti arrabal
Fernando Arrabal, il celebre scrittore e drammaturgo beniamino degli appassionati di patafisica e non solo, è in scena in questi mesi in giro per l’Italia con la sua opera teatrale “Sotto le stelle niente muore”, monologo interpretato da una splendida Mila Moretti, in gran forma in questi giorni di esibizione al Teatro dell’Orologio di Roma, esattamente nella sala che di recente è stata intitolata al padre dell’attrice Mario Moretti (la storica Sala Grande). L’opera tiene con il fiato sospeso fino all’ultimo minuto lo spettatore, al punto che, nonostante si tratti di un testo interpretato da una sola attrice, non mancano i colpi di scena. A partire da quello anticipato dal titolo, che verrà compreso appieno solo alla fine, unendo i piaceri opposti del gusto del tetro e della speranza.

Esiste una storia narrata per tutta la rappresentazione, che fa uscire lo spettacolo dalla dimensione intimistica di quei monologhi in cui si racconta solo se stessi. Ma la storia che principalmente viene portata a galla, più ancora di quella dei due protagonisti (perché in realtà i personaggi sono costantemente due), è quella della società intera, che va radicandosi in vari modi in ogni singolo individuo. Impossibile assistere allo spettacolo senza fare delle riflessioni personali, ciascuno le proprie, sulle scelte di vita e di pensiero che si stanno facendo e sul contesto in cui ci si sta muovendo.

Filo conduttore di un amore tormentato, contraddittorio come il resto della vita e delle persone, una poesia che sembra cambiare parole ogni volta che viene riletta, dinosauri in scena a rappresentare una parte consistente di quanto tutti dobbiamo affrontare o scegliere, parti di testo che colpiscono in maniera fulminante la fantasia o il ragionamento, sono solo alcuni degli ingredienti dello spettacolo. “Questo scritto di Arrabal è capace di scavare dentro, è successo anche a me nel periodo in cui lo stavo traducendo”, dice Andrea Campus, curatore del testo in italiano.
“È veramente uno spettacolo a cui ci siamo dedicati con grande cura”, commenta il regista Sergio Aguirre. “E siamo contenti del fatto che l’autore, Arrabal, quasi sempre viene insieme a noi e ci seguirà in giro per l’Italia in molte date. Ad aprile saremo anche a Firenze, dove concluderemo l’anno con un convegno sulla patafisica a cui teniamo molto”.

In scena al Teatro dell’Orologio ancora fino a stasera 24 ottobre, e nel resto d’Italia fino ad aprile 2014.
Le prossime date saranno:
7 dicembre al Teatro Lieve di Fontanetto Po – Torino
Pescara con date non ancora fissate
Trieste con date non ancora fissate
Da metà aprile al Teatro delle Limonaie – Firenze

(foto di Andrea Campus)