Stasera terzo appuntamento con ‘Lucignolo 2.0’, condotto dalla scorsa settimana da Marco Berry ed Enrico Ruggeri: saranno come sempre tante le tematiche trattato dal programma di approfondimento di Italia 1.
Si parlerà di una ragazza nata e cresciuta in una setta (che un giorno ha capito di poter scegliere un’altra strada e su questo si soffermerà) e di una ragazza entrata nel tunnel dell’anoressia; quindi, per la serie legata a storie un po’ più felici, si tratterà di un uomo che – una volta uscito dalla prigione – si è trasformato in uno dei più grandi cuochi al mondo (anche grazie al talento scoperto dietro le sbarre).
Ma oltre alle storie legate a questi personaggi comuni, ci saranno tre interviste a personaggi famosi: diranno la loro Anna Falchi (che ci narrerà un episodio riguardante uno dei più grandi registi di sempre, Federico Fellini), Claudia Galanti (che racconterà cos’ha provato e com’è cambiata la sua vita dopo che un suo video privato è stato messo in rete) e Fabrizio Miccoli.
L’ex giocatore del Palermo ha rilasciato una lunga intervista, durante la quale si è raccontato a 360°: “Mi fa male quando mi urlano mafioso dagli spalti. Giustifico i tifosi dicendo a me stesso che lo fanno perché vogliono innervosirmi. Io ho sempre sognato di fare il calciatore, non il mafioso”. Al riguardo, Miccoli ha poi precisato: “Non ho mai sentito la sorella di Falcone. Ho provato a rintracciarla insieme con i miei avvocati e il mio procuratore, ho provato a sentire il figlio, ma mi fu detto che era presto e rispetto i loro tempi. Oggi sono pronto a fare qualsiasi cosa per dimostrarle che quella frase che ho detto non la pensavo. Ma attualmente non ho sentito nessuno. Chiedo ancora scusa per quello che ho detto. Non voglio alibi. Ho detto una frase non pensata. Vorrei organizzare partite benefiche per raccogliere fondi, qualunque cosa. Se la sorella di Falcone volesse, io ci sono. Questa situazione è la cosa più brutta che mi sia capitata nella mia carriera”.
Quindi, Miccoli ha raccontato della sua profonda ammirazione per Diego Armando Maradona: “Ho tatuato Che Guevara perché lo avevo visto su Maradona, ma non sapevo chi fosse Che Guevara. A casa ho conservato il suo orecchino che ho comprato all’asta. Spero che Equitalia non venga a prenderlo, mi manca solo quello. Non parlerò mai male di lui, sia come calciatore che come persona. Lui dice le cose in faccia. Non si tira mai indietro. Siamo simili, siamo veri e sinceri. Il gesto dell’ombrello in Rai, quello è il vero Maradona. Un gesto da ridere. Diego è una persona squisita e disponibile. Mio figlio, non a caso, l’ho chiamato Diego”.
Per finire, una battuta sui suoi progetti futuri: “Oggi la mia vita sono 180 ragazzi che crescono nella scuola calcio che porta il mio nome. Li educhiamo e li teniamo lontani dalla strada. Spero di tornare con il Lecce nel calcio che conta. Insigne del Napoli mi somiglia. Da grande non so che cosa farò”.