“Maggior danno ricevono gli animali per la perdita del vedere che dell’udire,stoltissimo il filosofo a trarsi gli occhi. Il vedere non impedisce la fissa e sottile cognizione mentale ,con la quale si penetra nelle divine scienze”. Questo lo spunto dal “Trattato di pittura” di Leonardo da Vinci , dal quale prende vita lo spettacolo di Enrico Dibennardo e Raffaele Schiavo in scena a Zo-Centro Culture Contemporanee. Con gli occhi catturiamo la bellezza,ci procacciamo il cibo, e noi,spettatori consapevoli,utilizziamo tutti i sensi a nostra disposizione quando ci troviamo a teatro ma, senza nulla togliere al genio di Leonardo, altrettanto essenziale e capace di portarci nel cuore delle cose, quindi anche autonomamente, si rivela l’udito. Ciò sta alla base del pregevole esito ironico dello spettacolo che, dalla sacralità della parola del grande vinciano, sottolineata e, intenzionalmente, sovrastata dalla musica e dal canto ci conduce a un punto in cui il teatro mostra se stesso in barba a qualsivoglia distinzione. Da Bach a Monteverdi e da improvvisazioni vocali e strumentali Dibennardo e Schiavo ci descrivono un mondo e un “modo” di fare teatro che libera le coscienze ,e partendo dalla consapevolezza della nostra fisicità, facilita il nostro modo di comunicare. A questo proposito ci piace segnalare il divertente e sapiente gioco finale nel quale Raffaele Schiavo, con grande padronanza scenica, trascina l’ottimo musicista Enrico Dibennardo e coinvolge gli spettatori all’interno di un efficace scambio dei ruoli. Stasera, alle 19.00, “The Piano Colours” con Isabella Libra.
O.M.