In trasferta in Irlanda per un incontro con il primo ministro Enda Kenny, il premier Enrico Letta ha parlato a lungo di Europa.
“La presidenza italiana dell’Ue sarà basata su una parola d’ordine: crescita – ha annunciato il presidente del Consiglio nel corso di una conferenza stampa – Vogliamo prendere esempio dalla presidenza irlandese, che è stata una presidenza di successo. Dopo una legislatura tutta basata sull’austerità, vogliamo che con la nostra presidenza inizi una legislatura basata sulla crescita, a cominciare dalla lotta alla disoccupazione giovanile”. E sui “paletti” che i Paesi più severi (come la Germania) potrebbe porre: “Anche la Germania capisce e capirà che è necessario che l’intera Ue cresca”, ha spiegato Enrico Letta.
Non solo: nell’incontro coi giornalisti, il premier ha parlato anche d’immigrazione: “L’Italia sta facendo la sua parte, ma non è sufficiente – ha detto – Il nostro Paese ha salvato 1800 persone dall’inizio dell’operazione Mare Nostrum: 900 erano in pericolo di vita, avremmo avuto altri 900 morti”. Quanto alle questioni italiane, il premier ha preferito rispondere con un diplomatico “no comment” rimandando al suo rientro in Italia le discussioni pruriginose sulla legge di Stabilità e sul pagamento della seconda rata Imu.
In un’intervista rilasciata ieri all’Irish Times, Enrico Letta ha, invece, dato prova di grande autostima. All’intervistatore che gli ha chiesto cosa pensassero le cancellerie europee del suo lavoro in Italia: “Pensano che ho tirato fuori gli attributi”, si è gongolato il presidente del Consiglio, che ha fatto ricorso all’espressione inglese “balls of steel” (letteralmente “palle d’acciaio”). Attirandosi l’immediata “freddura” di Renato Brunetta: “Letta si vanta di essere considerato l’uomo dalle palle d’acciaio – ha scritto su twitter il pidiellino – I lavoratori dell’Ilva, se potessero, gliele fonderebbero all’istante”.