Il premier Enrico Letta ha raggiunto oggi il primo ministro maltese Joseph Muscat a La Valletta per parlare di immigrazione, ma non si è risparmiato sulle tante domande inerenti le questioni politiche interne.
In riferimento alle recenti dichiarazioni di Silvio Berlusconi, che ha prospettato il ritiro del sostegno al governo all’indomani della sua decadenza da senatore: “Continuo a non vedere quali alternative serie per il Paese ci siano intorno al cupio dissolvi – ha detto Letta – Non porta a nulla e oggi far scendere l’aereo non serve a nessuno e non cambia niente neanche al Pdl”.
“Mischiare due vicende (la decadenza del Cavaliere e la durata del governo, ndr) non porta da nessuna parte, l’ho sempre detto anche a Berlusconi – ha insistito il presidente del Consiglio – Se non si separano, non c’è guadagno per nessuno, ma solo un avvitamento della crisi“.
E sul futuro del suo esecutivo: “Il mio orizzonte si ferma a quanto ho già detto – ha ricordato il premier – voglio essere giudicato per i 18 mesi per i quali ho avuto la fiducia, voglio portare a compimento in questi 18 mesi la riforma costituzionale e risultati in campo economico e sociale”. Disegni ambiziosi, che dovranno fare i conti con le “turbolenze” all’interno della maggioranza.
E sul criticatissimo Porcellum: “Mi aspetto che il Parlamento dia una risposta – ha scandito Enrico Letta – Ho letto ieri un autorevole editoriale secondo cui il governo dovrebbe fare un decreto, ma questo solo se il Parlamento lo chiede”. “Un’intervento d’urgenza del governo contro il Parlamento è ai limiti delle forzature. Se il Parlamento ritiene opportuno chiedere un intervento, sono pronto a ragionare: il governo è a disposizione del Parlamento per trovare soluzioni, ma non contro le Camere – ha ribadito il premier – perché si creerebbe un corto circuito istituzionale”.