Pausa per le nazionali, momento di riflessioni. Riflessioni che provocano un certo fastidio per i tifosi biancocelesti. Ognuno giudica la situazione secondo le proprie impressioni, secondo ciò che a parer suo stona maggiormente. Chi critica la fase difensiva, chi il modulo, chi il singolo, chi l’allenatore. Una cosa è certa, l’unico argomento sul quale le idee dei tifosi convergono è quello riguardante l’organizzazione societaria. Tralasciando le figure del “presidente” e del “direttore sportivo”, che da tanto tempo ormai se ne parla, ma sembra un’utopia il giorno nel quale avverrà un cambio di presidenza o perlomeno una sessione di mercato (necessaria a gennaio, ora più che mai) decente; urge sapere come e soprattutto perché, in una società blasonata ed addirittura quotata in borsa come la S.S. Lazio, la maggior parte dei giocatori sono infortunati ed inoltre si vanno a curare all’estero. Trovo importante e necessario approfondire questo argomento, al di là di ogni critica tecnico/tattica. Innanzitutto bisogna chiarire l’esistenza effettiva della figura del medico all’interno del centro sportivo di Formello, poiché l’eventuale assenza di essa spiegherebbe immediatamente le cure estere da parte dei giocatori. In secondo luogo andrebbe svelato, magari chiedendo ai “maghi” di cui tanto si parla ultimamente, il mistero per il quale la maggior parte dei calciatori capitolini vengono comprati secondo un criterio di valori morali e non fisici. Ederson, Vinicius, Konko, Biglia, Anderson, Biava, Radu e purtroppo nell’ultimo periodo anche Klose sono solo alcuni dei numerosissimi esempi di professionisti carichi di valori umanitari ma carenti di anticorpi. Credo che manchi questo alla Lazio: giocatori in forma, preparazione atletica adeguata, staff medico competente. E ripetiamo che QUALCUNO dovrà urgentemente comprare sostituti per ricoprire gli assenti in questi ruoli. Prima si cerca di avere una squadra sana, al completo, in forma smagliante; dopodiché si può lavorare per puntare alle zone alte della classifica, ad andare avanti in Europa League, a fare un lavoro mentale per caricare i ragazzi delle giuste motivazioni agonistiche. Avendo fatto ciò si potrà finalmente discutere l’organizzazione tattica, la fase offensiva e quella difensiva. Ma se non si scende sul terreno di gioco con il fisico preparato nel modo adeguato, tutti i discorsi a seguire diventano futili, privi di senso e fondamenti. Sperando che la pausa possa servire per recuperare qualche superstite.
Con rassegnazione,
Simone Pennica per SS Lazio: Osare, credere, spavaldi di essere.