Nessuna promozione, anzi: l’Unione europea, che ha preso in esame la manovra partorita dal governo italiano, ha espresso più di una preoccupazione. A impensierire i partner europei è il sospetto che il piano di bilancio nazionale presentato non tenga conto dei “paletti” imposti dal patto di Stabilità e finisca per compromettere il raggiungimento dell’obiettivo finale: l’abbassamento dell’enorme debito pubblico.
Una “strigliata” bella e buona, che il ministro dell’Economia, Fabrizio Saccomanni, ha cercato di minimizzare spiegando che non si tratta di una vera “bocciatura” e che nessun “aggiustamento” è stato comunque richiesto al nostro Paese. Ma il deficit di fiducia nei confronti dell’Italia manifestato dalla Commissione europea sembra aver insolentito Enrico Letta.
In collegamento con il convegno organizzato ieri a Fabriano dalla Fondazione Aristide Merloni, il premier ha detto: “Io difendo la strada che abbiamo scelto: la strada di una giusta tenuta dei conti, che però non deve soffocare quella ripresa che è a portata di mano. Ecco perché noi alla Commissione europea diciamo: abbiamo fatto i conti giusti e la manovra funzionerà”.
“Più rigore, troppo rigore fine a se stesso sarebbe un errore – ha sottolineato il presidente del Consiglio – Alla Commissione dico inoltre che non ha tenuto conto del pacchetto di privatizzazioni già pronto e che darà un effetto molto positivo sull’abbassamento del debito pubblico già nel 2014, oltre agli altri interventi sulla spending review e sul rientro dei capitali dall’estero sempre nell’anno prossimo”. “Lotto per un’Europa che capisca che di sola austerità si muore – ha rimarcato il premier – Il rischio altrimenti è che alle prossime elezioni vinca la linea degli euroscettici e questo renderebbe tutto più difficile”.