Un tempo, c’erano i morti di Serie A e i morti di Serie B. Adesso, pare vi siano le alluvioni di categorie differenti, se è vero che in questi giorni i media mainstream nazionali si sono occupati quasi esclusivamente della tragedia che ha colpito la Sardegna (cui inoltriamo nuovamente la nostra solidarietà, per la vera e propria catastrofe che li ha colpiti); accanto alla Sardegna, probabilmente, sarebbe stato giusto dare spazio a quanto accaduto in Calabria e – in particolar modo – a Catanzaro.
Martedì scorso, il capoluogo calabrese è stato colpito da una fortissima alluvione (definita su Facebook come una vera e propria ‘Bomba d’acqua’) e da allora una buona parte della città è stata privata dell’erogazione dell’acqua (che a tutt’oggi persiste) a causa della rottura della condotta principale.
Così oltre 70.000 persone si sono trovate (oltre che con gli ovvi disagi dovuti alla necessità di riprendere la vita normale dopo un’alluvione di proporzioni enormi. Una vita normale che a tutt’ora è stata ‘sospesa’, considerando chele scuole sono ancora chiuse) senza acqua per lavarsi e senza acqua da bere (considerando che nei supermercati l’acqua era finita), inoltre – denunciano i catanzaresi attraverso i Social Network – la Protezione Civile non si è mossa al fine di assicurare una sistemazione agli sfollati.
Ribadiamo nuovamente la nostra solidarietà al popolo sardo ma – frattanto – chiediamo di non dimenticare le altre situazioni analoghe: c’è spazio per tutti, all’interno delle realtà informative (anche se – ben più importante – è che vi sia spazio all’interno dell’agenda delle autorità competenti).
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