Decadenza: Pd e M5S rispondono picche al Cavaliere

 

Silvio Berlusconi

 

La lettera vergata da Silvio Berlusconi all’indirizzo dei senatori del Pd e del M5S ha ottenuto tempestive risposte.

A incaricarsi di replicare all’appello inoltrato ieri dal leader del (vecchio) centrodestra è stato il responsabile Giustizia del Pd, Danilo Leva“Oramai Berlusconi è andato oltre l’ammissibile: la sua è una deriva eversiva e costituisce un pericolo per le istituzioni”, ha esordito in una nota il democratico. “Nessun voto popolare pone al di sopra delle leggi – ha precisato Leva – per tale motivo il 27 il Pd voterà la decadenza di Silvio Berlusconi. Non è pensabile trovare strade alternative, cedere ai ricatti e alle minacce con improbabili soluzioni di ingegneria para-politica – ha rincarato – Sarebbe devastante per la tenuta e la credibilità stessa delle istituzioni e del corpo sociale”. 

Di più: “Il veleno che oramai Berlusconi inocula quotidianamente – ha aggiunto nella sua nota Leva – corrode la tenuta democratica ed è un esempio pessimo per i più giovani. E’ disposto a mandare a fuoco il Paese pur di sottrarsi alle sue responsabilità. Questa è la vera e unica vergogna“. 

Più asciutta (ma non per questo meno tranchant) la replica della capogruppo del Movimento 5 Stelle al Senato, Paola Taverna: “Non rispondiamo alle provocazioni di Silvio Berlusconi – ha detto – La sentenza è definitiva e ci apprestiamo ad applicare la legge. Andiamo oltre”.

Chi ha, invece, teso una mano al Cavaliere in odor di decadenza è l’ex pupillo, Pier Ferdinando Casini. Che ha annunciato la presentazione di una pregiudiziale con cui chiederà di rinviare il voto in Aula. “Propongo che il Senato si pronunci , con una mera presa d’atto, non suscettibile di interpretazioni pretestuose e strumentalizzazioni politiche – ha affermato il leader dell’Udc – sulla decadenza di Berlusconi al momento della decisione definitiva della Corte di Cassazione sulla durata dell’interdizione”.

“Berlusconi ha tutto il diritto di presentare quelle che ritiene nuove prove, di chiedere la revisione dei suoi processi e di avanzare ogni ricorso in sede europea”, ha aggiunto l’ex presidente della Camera. Che ha però precisato: La mia iniziativa prescinde totalmente da queste valutazioni e in particolare non ha nulla a che fare con estemporanee valutazioni, che respingo al mittente, sulle gravi responsabilità che si assumerebbero i senatori votando la sua decadenza”. 

Il centrista sarebbe, insomma, intenzionato a sponsorizzare il rinvio del voto a Palazzo Madama, ma se la sua proposta (come è quasi certo che avvenga) verrà respinta, sarà il primo a votare a favore della decadenza di Silvio Berlusconi. Solidale sì, ma non troppo.