Post-decadenza: tutte le reazioni

Berlusconi

 

C’è chi ha mostrato in tv la sua maschera di dolore, chi ha convocato una conferenza stampa, chi si è trincerato nel moderatismo e chi ha esultato a suon di tweet. Lo tsunami politico della decadenza di Silvio Berlusconi ha suscitato ieri le reazioni più disparate, azionando un carosello mediatico che – immaginiamo – resterà in funzione ancora per molto tempo.

A tradire maggiore sofferenza sono stati, ovviamente, gli esponenti di Forza Italia, che si sono riuniti ieri sera nella sede romana del partito per decidere sul da farsi. “Al termine di una lunga riunione – si legge nella nota diramata dai forzisti – i deputati e i senatori di Forza Italia hanno espresso la loro solidarietà al presidente Berlusconi e hanno deciso di incaricare i capigruppo di Camera e Senato, Renato Brunetta e Paolo Romani, di chiedere al presidente della Repubblica di ricevere una delegazione dei gruppi parlamentari per affrontare il delicato momento”.

Angelino Alfano ha preferito, invece, convocare una conferenza stampa. “Oggi è una brutta giornata per il Parlamento e per l’Italia, al termine della quale viene estromesso dal Parlamento un uomo che milioni di cittadini avevano votato perché entrasse in Parlamento e guidasse una coalizione”, ha dichiarato, scuro in viso, l’ex segretario del Pdl. Che ha lanciato una sfida al Pd“Non ha più alibi per fare la riforma della giustizia – ha detto il vicepremier – Il Nuovo Centrodestra può essere il motore della riforma della giustizia e, se dovessimo portarla a termine, avremmo rafforzato ancora di più il senso della nostra partecipazione a questo governo”.

Considerazioni che hanno fatto sbottare Sandro Bondi“Mi disgusta profondamente l’ipocrita messinscena della conferenza stampa del Nuovo Centrodestra con Alfano e Schifani”, ha affondato impietoso il senatore berlusconiano. E se Pier Ferdinando Casini si è limitato a dire che ieri non c’era “niente da festeggiare”, a tradire, invece, un’innegabile soddisfazione sono stati i “cittadini” del M5S.  “Fuori uno. Tutti a casa”, è stato scritto sullo striscione srotolato ieri alla Camera dai “pentastellati” alla notizia della decadenza di Berlusconi. Messaggio che ha fatto il paio con il laconico “Ora tocca agli altri” twittato da Beppe Grillo in persona.

Di tutt’altro tenore la reazione del Pd, che ha preferito rinunciare a ogni forma di trionfalismo affidando al suo segretario il felpato commento della giornata. “Oggi è un giorno importante nella storia del Paese – ha dichiarato Guglielmo Epifani – E’ stato affermato lo stato di diritto e la regola base che tutti i cittadini sono uguali davanti alla legge”. “Il Senato non ha fatto altro che applicare una legge – ha rimarcato il democratico – ha fatto solo il suo dovere”.

Chi non si è illuso affatto è stato, invece, il leader di Sel, Nichi Vendola“Oggi noi rischiamo di compiere un esorcismo – ha messo in guardia il governatore della Puglia – Berlusconi decade da senatore e quindi è finita l’era Berlusconi. Non è così: l’era Berlusconi è stata la storia dell’Italia, che ha influenzato potentemente la cultura, i sogni e gli incubi degli italiani, la politica di destra e di sinistra”. “I conti con il berlusconismo non sono ancora cominciati – ha evidenziato Vendola – C’è un Berlusconi dentro di noi di cui dovremo cominciare a occuparci”.