L’avevano annunciato e lo hanno fatto: alcuni parlamentari di Forza Italia sono saliti ieri al Quirinale per consegnare al capo dello Stato le loro polemiche osservazioni sull’iter che ha condotto alla decadenza di Silvio Berlusconi (e non solo). La convinzione dei forzisti è che l’estromissione del loro leader dal Parlamento e il passaggio di Forza Italia all’opposizione abbiano determinato un “cambio di passo” politico di cui non si può non tenere conto.
“La delegazione di Forza Italia ha manifestato al presidente della Repubblica la necessità di un’apertura formale della crisi di governo, con le dimissioni del presidente del Consiglio, Enrico Letta, nelle mani del capo dello Stato, per affrontare in Parlamento la nuova situazione che scaturisce dalla fine del governo delle larghe intese“, sta scritto nella nota ufficiale diramata ieri dagli stessi forzisti. Che con Giorgio Napolitano si sono ampiamente lamentati per le “forzature procedurali e regolamentari” che hanno portato alla decadenza di Silvio Berlusconi, soffermandosi sui “comportamenti inaccettabili messi in atto dal presidente del Senato, Pietro Grasso“.
Insieme ai capigruppo al Senato e alla Camera, Paolo Romani e Renato Brunetta, sono saliti al Colle anche i senatori Maurizio Gasparri, Annamaria Bernini, Nitto Palma, Altero Matteoli e i deputati Mariastella Gelmini, Elio Vito, Giancarlo Galan e Simone Baldelli. Tutti compatti nell’evidenziare la nuova distanza del loro partito dall’azione di governo e nel certificare la fine delle larghe intese.
“Nell’incontro di oggi con la delegazione parlamentare di Forza Italia – si legge nella nota diffusa ieri dall’ufficio stampa del Quirinale – il presidente della Repubblica ha chiarito che ci sarà senza dubbio un passaggio parlamentare che segni la discontinuità politica tra il governo delle larghe intese e il governo che ha ricevuto la fiducia sulle legge di Stabilità. Le forme e i tempi di tale passaggio – precisa la nota – saranno oggetto di una consultazione del presidente della Repubblica con il presidente del Consiglio”. L’esecutivo di Enrico Letta, insomma, dovrà tornare presto in Aula per chiedere una nuova fiducia.