Mille e duecento lavoratori in cassa integrazione, a rischio licenziamento dal prossimo mese di giugno: è questa la condizione degli operai dell’ex stabilimento Fiat di Termini Imerese che hanno incassato ieri la solidarietà dei parroci della zona.
“La crisi che attanaglia il nostro comprensorio è diventata sempre più grave – si legge nell’appello che i religiosi hanno rivolto ai cittadini di Termini Imerese – Noi cristiani siamo chiamati ad agire, ad operare per il bene nostro e dei nostri figli. E’ in gioco il futuro dei nostri paesi, delle nostre famiglie. Non possiamo e non dobbiamo rimanere immobili – hanno insistito – senza lavoro non c’è futuro”.
Non solo: per rimarcare la loro vicinanza ai lavoratori a rischio licenziamento, i parroci di Termini Imerese (coordinati dall’arciprete Francesco Anfuso) hanno inviato una lettera-appello anche al presidente del Consiglio, Enrico Letta, per invocare un suo diretto interessamento alla vertenza che, dopo 4 anni di discussioni, non ha prodotto alcuna soluzione. “Il governo da lei guidato – hanno scritto i parroci al premier – deve chiedere a Fiat di ricercare una missione produttiva per il nostro stabilimento. Il grande processo di fusione con Chrysler può e deve riservare questa opportunità”.