M5S: il Vietnam dei parlamentari

Senatori M5S

 

L’emorragia in corso non è ancora stata arrestata e, secondo i beninformati, la ferita resterà aperta per ancora qualche tempo. La pattuglia dei senatori pentastellati continua ad assottigliarsi, come certificato ieri da Beppe Grillo che dal suo blog ha formalizzato la fuoriuscita dei 5 parlamentari che avevano tradito insofferenza per l’espulsione dei loro colleghi.

La nuova “cacciata” ha sollevato infinite polemiche: in tantissimi hanno puntato l’indice contro i metodi del comico genovese accusato di tiranneggiare in maniera incontrollata mettendo alla berlina chiunque, all’interno del movimento, osi esprimere un parere disallineato al suo (e a quello del socio, Gianroberto Casaleggio).

Accuse che il deputato pentastellato, Alessandro Di Battista, in collegamento ieri con la trasmissione televisiva Servizio Pubblico, ha però tentato di smontare ribaltando i termini della discussione. Secondo Di Battista, infatti, non si sarebbe trattata dell’irrazionale “scomunica” disposta da Grillo ai danni dei 5 dissidenti, ma dell’inevitabile conseguenza della condotta degli stessi neo fuoriusciti che, a giudizio dell’ex collega, avrebbero attentato alla solidità del gruppo parlamentare. “Siamo in guerra e non possiamo indietreggiare di fronte al nemico per paura che a fucilarci alle spalle sia il fuoco amico“, ha dichiarato il parlamentare evocando scenari vietnamiti.

Intanto le acque all’interno del movimento rimangono agitate e in molti profetizzano nuove scissioni. E ad “elettrificare” ancora di più l’aria  è arrivata la notizia delle minacce rivolte agli ex senatori del M5S, Luis Orellana e Lorenzo Battista, destinatari di una busta (mai recapitata) contenente alcuni proiettili. Un gesto condannato con fermezza dai capigruppo del M5S: “Apprendiamo con sconcerto la notizia del rinvenimento di una busta contenente pallottole, indirizzata ai senatori ex M5S, Orellana e Battista. Un’azione esecrabile“, hanno scritto in una nota congiunta.

“La violenza, l’intimidazione, la minaccia non fanno parte del dna del Movimento 5 Stelle che si è sempre ispirato ai principi gandhiani – hanno aggiunto gli ex colleghi di Battista e Orellana – Per questa ragione condanniamo fortemente quest’azione”.