Chi ha già spento le prime trenta candeline, non farà fatica a ricordare quello spot pubblicitario che, in pieni anni ’80, faceva del silenzio la certificazione di qualità del prodotto reclamizzato (per tutti gli altri, provvediamo noi, fornendo il link di ciò di cui stiamo parlando).
Ebbene, lo storico marchio Agnesi sta per “tacitarsi” per sempre, come riferito ieri alle sigle sindacali dal gruppo proprietario Colussi. Quasi due secoli di storia produttiva italiana stanno dunque per concludersi perché dal prossimo anno, i 150 dipendenti dello stabilimento di Pontedassio di Oneglia (nei pressi di Imperia) dovranno rimanere a casa.
Il pastificio nato da un’intuizione del capostipite Paolo Battista nel 1824 dovrà dunque consegnare le armi alla crisi, per quanto una remota possibilità che il marchio resti in vita esista. La Colussi ha, infatti, ventilato la possibilità di produrre qualcos’altro e di trasferire tutte le attività in un altro stabilimento. Ma l’ipotesi non piace affatto al sindaco di Imperia, Carlo Capacci, impegnato a tutelare con ogni mezzo il suo territorio. “Lancio un appello a tutti gli imprenditori imperiesi a creare una cordata, per una partnership con il gruppo Colussi, affinché il marchio Agnesi possa restare a Imperia”, ha detto ieri il primo cittadino.
I sindacati non si fanno troppe illusioni: “Purtroppo è avvenuto quanto temevamo – ha dichiarato ieri Gianni Trebini della Flai-Cigil – Lunedì scorso abbiamo avuto la comunicazione ufficiale da parte dell’azienda che lo stabilimento sarà chiuso entro dicembre. L’ipotesi di mantenere il marchio non producendo più pasta e ricollocando una parte di lavoratori – ha chiosato il sindacalista – è un’ipotesi poco credibile”.