Un fulmine a ciel sereno: così i rappresentanti sindacali hanno definito la decisione unilaterale della Ideal Standard di avviare la procedura di mobilità per i 450 lavoratori dello stabilimento di Orcenico di Zoppola (in provincia di Pordenone).
Il gruppo specializzato nella produzione di sanitari avrebbe, infatti, deciso di abbandonare il tavolo delle trattative aperto coi sindacati e le istituzioni e di predisporre la chiusura dello stabilimento. Nonostante al vaglio, ci fosse la possibilità più che concreta di gestire in forma cooperativa l’azienda.
“La notizia è sconcertante – ha commentato il segretario dei Chimici Cisl del Friuli Venezia Giulia, Franco Rizzo – non riusciamo a spiegarcela, anche perché c’erano le condizioni per poter accedere alla prosecuzione della cassa integrazione in deroga da parte del ministero, grazie alla presenza di una proposta concreta dal mondo delle Cooperative”.
E a stigmatizzare la scelta della Ideal Standard è stato anche il presidente della Unindustria Pordenone, Michelangelo Agrusti: “E’ una decisione inopportuna e pericolosa – ha tagliato corto l’imprenditore – alla luce delle ampie disponibilità dimostrate dalle istituzioni, dai lavoratori dello stabilimento di Orcenico e dalle organizzazioni sindacali, nella costruzione di un percorso condiviso di salvataggio e rilancio dello stabilimento”.
Sul piede di guerra anche l’amministrazione regionale: “Dopo gli sforzi fatti per inserire l’Ideal Standard tra la decina di aziende per le quali sarebbe stata erogata la cassa integrazione in deroga – ha detto la governatrice Debora Serracchiani – con questo atto la proprietà dimostra di non avere rispetto né per i lavoratori né per le istituzioni”. “La Regione non cesserà di esercitare il suo ruolo e di portare il suo contributo”, ha comunque promesso la Serracchiani.