Ballarò, Renzi e Floris: match in tv

Renzi e Floris

 

Che Matteo Renzi possa fare il conduttore televisivo è un convincimento che si rinforza ogniqualvolta il premier viene ospitato in un programma del piccolo schermo. Dopo le performance di leader che non brillavano certo per verve e brio, l’ex sindaco di Firenze ha riempito quel vuoto d’immagine che ha sempre reso la “sinistra” succube del successo mediatico di Silvio Berlusconi.

A chi ha seguito l’intervista realizzata ieri sera da Giovanni Floris a Ballarò, non sarà sfuggito, infatti, che il presidente del Consiglio è un eccellente “battutista”, uno spigliato interlocutore capace di “frullare” dati tecnici e motti di spirito in un mix che lo rende (ai nostri occhi) sempre più simile alla riuscitissima imitazione che di lui fa il comico Maurizio Crozza. Con quel diluvio di parole – che non conosce tentennamento – Renzi riesce a convincere quasi sempre, intrattenendo chi non desidera andare troppo in profondità per scoprire (magari) che quanto da lui riferito non aderisce perfettamente alla realtà.

Il confronto con l’intervistatore ha assunto ieri i tratti di un vero e proprio match televisivo, nel quale il premier ha voluto veicolare (ancora una volta) l’immagine di un leader nuovo, forte e coraggioso, che non teme i poteri costituiti. E’ successo, ad esempio, nel serrato “battibecco” sulla Rai, nel corso del quale il presidente del Consiglio, incalzato dal giornalista del servizio pubblico, ha mostrato i denti affermando: “Anche la Rai deve dare una mano nel momento in cui ci rimbocchiamo tutti le maniche, mi spiace Floris ma tocca anche a voi“.

O quando, dopo aver dribblato la domanda specifica del conduttore sulle annunciate “tasse” alle rendite bancarie (che dovrebbero coprire gli 80 euro in più messi nelle buste paga di maggio di molti italiani), Matteo Renzi è sbottato: “Io penso che debbano pagare le banche e che le famiglie debbano riscuotere gli 80 euro, e che cavolo!”. 

Ma il clou si è raggiunto quando il solito Floris, interpellando Renzi sui “sacrifici” che sarà necessario imporre agli italiani per rendere la misura degli 80 euro strutturale (ovvero replicabile anche negli anni avvenire), si è sentito rispondere con un sorriso obliquo: “Mi rimetta il cartello di prima, così la frego!”. Una battuta che ha strappato gli applausi del pubblico in sala e che ha fatto da apripista all’annuncio che il capo del governo ha consegnato in tarda serata: “Ci sono 183 miliardi di fondi europei che dobbiamo spendere”, ha detto Renzi. Inciampando, però, nella replica del giornalista: “Ma mica li potrà spendere per rendere strutturale la copertura? – gli ha fatto notare Floris – Voleva fregarmi, ma non ci è riuscito”.