E’ stato ritrovato alla stazione di Venezia Santa Lucia il giovane che ha ucciso i nonni e la zia nella villa a Vercelli. Il giovane di 25 anni Lorenzo Manavella al momento del ritrovamento si trovava con addosso ancora i vestiti sporchi di sangue ed era in stato confusionale. Al momento del ritrovo ha ammesso lo stesso ragazzo di aver ucciso i nonni Tullio e Pina e la zia Patrizia. Si trovava al binario 14 della stazione di Venezia Santa Lucia e ha spiegato di volersi costituire alla stazione di polizia di Venezia e non a quella di Vercelli. Gianluca, padre di Lorenzo e figlio della coppia uccisa, si trovava in questi giorni in Sardegna è stato il primo ad avere il sospetto che a casa dei genitori a Santhià potesse essere accaduto qualcosa di grave. Aveva deciso di telefonare alla madre; da tempo la signora è immobilizzata su una sedia a rotelle, ma non ha avuto risposta. Allora ha chiamato sul cellulare la sorella Patrizia, ma anche in questo caso non ha avuto risposta. Ha quindi chiamato un amico che vive a Santhià chiedendogli di poter andare a controllare. L’amico, arrivato in via Marconi 14, ha citofonato, ma non ha ottenuto nessuna risposta. Dopo un po’ è arrivata la badante della signora Bono, che ha le chiavi di casa. La donna ha provato ad aprire, ma le chiavi non funzionavano. Hanno chiamato i Vigili del fuoco, che hanno sfondato la porta e hanno fatto la macabra scoperta: in tre stanze sono stati trovati i corpi martoriati dei tre. Tullio Manavella e Tina Bono, entrambi ottantenni e lei da un anno e mezzo costretta su una sedia a rotelle, erano persone molto conosciute a Santhià. Lo conferma il parroco della chiesa dedicata ai Santi Agata e Giorgio.