Continui sviluppi segnano il “debutto” della Tasi (imposta sui servizi indivisibili). Dopo l’incontro di ieri con i sindaci, il ministero dell’Economia ha, infatti, deciso di concedere una proroga ai Comuni “ritardatari”, confermando invece il pagamento, entro il 16 giugno, per tutti gli altri. E, stando alle previsioni del Servizio delle politiche territoriali della Uil, la nuova tassa porterà amare sorprese a molti italiani.
“Dopo aver incontrato l’Anci, per venire incontro da un lato alle esigenze determinate dal rinnovo dei consigli comunali, e dall’altro all’esigenza di garantire ai contribuenti certezza sugli adempimenti fiscali – si legge nella nota diffusa ieri dal ministero dell’Economia e delle Finanze – il Governo ha deciso che nei Comuni che entro il 23 maggio non avranno deliberato le aliquote la scadenza per il pagamento della prima rata della Tasi è prorogata da giugno a settembre. Per tutti gli altri Comuni, la scadenza per il pagamento della prima rata della Tasi resta il 16 giugno”.
Ma a destare maggiore attenzione sono stati i dati forniti ieri dal Servizio delle politiche territoriali della Uil, secondo il quale solo 832 Comuni (su 8.092) hanno fin qui deliberato le aliquote che applicheranno sulla Tasi. Non solo: fatta eccezione per Aosta e Pordenone, tutte le altre città avrebbero scelto di aumentarle, sia sulle prime che sulle seconde case.
E c’è di più: stando sempre ai calcoli elaborati dal Servizio della Uil, in ben 12 capoluoghi la nuova imposta sarà più salata dell’Imu. Una vera e propria “doccia fredda” per città dislocate ai quattro angoli dello Stivale: da Bergamo a Palermo, passando per Ferrara, Genova, La Spezia, Macerata, Mantova, Milano, Pistoia, Sassari, Savona e Siracusa.