Dopo-voto: partiti italiani nella tempesta

Grillo, Renzi, Berlusconi

 

Diciamoci la verità: il tondo bottino elettorale tesaurizzato dal Pd alle ultime Europee ha posto il partito di Matteo Renzi in una posizione di sostanziale supremazia sugli altri competitors. Al netto delle imperiture spaccature che lesionano internamente il partito, il premier-segretario può oggi gongolare, osservando con misurata soddisfazione gli avversari politici impegnati a “leccarsi le ferite”.

Primi tra tutti, i pentastellati che hanno già dato il via a un’operazione di autocritica generale destinata a snudare le divergenze interne. Se alcuni “fedelissimi” di Grillo e Casaleggio tendono, infatti, a ridimensionare il dispiacere del day-after vaticinando un re-start ancora più convinto, altri si flagellano rosolandosi in un “pentitismo” politico non meglio circostanziato.

Non va meglio in Forza Italia. Quel 16,82% racimolato alle consultazioni di domenica ha segnato un duro colpo per l’organigramma del partito, che cerca adesso la via per uscire dal cul de sac in cui si è cacciato. Con Silvio Berlusconi costretto in un angolo, il partito affidato a Brunetta, Gelmini, Verdini, Santanchè, Fitto e Toti non decolla e rischia, anzi, di implodere, vinto dalle antipatie reciproche che ne compromettono la coesione.

La “scissione” di Alfano&co – che sorprendentemente festeggia il suo 4,38% – costringe Fi a guardarsi intorno, alla ricerca di un nuovo alleato. Che sembra aver trovato nella Lega targata Matteo Salvini (lui sì vincitore, a  suo modo, delle ultime Europee), al quale l’ex Cavaliere starebbe proponendo di riannodare i fili dell’antica intesa (saldata con Umberto Bossi), in vista del prossimo appuntamento elettorale.

Mentre i titoli di coda sembrano già scorrere su Scelta Civica. Il partito fondato dall’ex premier Mario Monti (desaparecido da diversi mesi) appare, infatti, prossimo alla resa, travolto com’è stato dall’onda d’indifferenza degli elettori italiani. A capirlo per prima, la segretaria (nonché ministro dell’Istruzione) Stefania Giannini“Di fronte ad una sconfitta di questa portata – ha detto ieri – consegno all’Assemblea le mie dimissioni“. “Da queste elezioni noi usciamo sconfitti, ma il Paese ne esce rafforzato – ha aggiunto la Giannini – il Pd al 41% dà all’Italia la forza per essere leader a livello internazionale”. Parole che sembrano prefigurare una nuova “transumanza” politica.