Serie A – Che il nostro calcio stia vivendo anni di declino è sotto gli occhi di tutti. I nostri club non sono più competitivi ad alti livelli, la nostra potenza economica è di gran lunga inferiore rispetto alle maggiori squadre europee e i tifosi si stanno sempre più allontanando da stadi vecchi e che assomigliano sempre più, legalmente parlando, a zone franche. C’è però un altro dato che dovrebbe far riflettere ed è il sito ESPN.com a sottolinearlo: nella stagione appena conclusa, la Serie A ha conquistato il record stagionale del maggior numero di esoneri, ben 15. Andiamo ad analizzare brevemente ciò che è accaduto.
Retrocesse – Cominciando dalle 3 squadre retrocesse, spicca il caso del Catania: i siciliani, partiti con Rolando Maran e con l’obbiettivo di una salvezza tranquilla, si sono trovati in una bagarre da cui non sono più riusciti a venir fuori. Via Maran, arriva De Canio, ritorna Maran, poi via di nuovo e stagione che si conclude con Pellegrino. Simile, ma con un passaggio in meno, la storia del Livorno, che ha prima allontanato Nicola e affidato la squadra a Di Carlo, salvo poi riportare a casa l’artefice della promozione in Serie A (dopo la breve, quanto inspiegabile, parentesi Perotti). Al Bologna, per sostituire Pioli, è stato scelto Ballardini, ma il risultato non è stato comunque soddisfacente.
Genova – Per quanto riguarda le due squadre di Genova, la vicenda ha avuto risvolti positivi. In casa del Grifone, Liverani è durato soltanto 6 giornate: il ritorno del figliol prodigo Gasperini ha raddrizzato una classifica spaventosa. Più o meno lo stessa è accaduto in casa Samp, con Delio Rossi esonerato dopo 12 giornate: l’arrivo di Mihajlovic è stato una manna dal cielo che ha garantito la permanenza nella massima serie senza grossi patemi. Anche l‘avvicendamento tra Pulga e Lopez ha portato il Cagliari a superare le peripezie societarie.
Legame – A Sassuolo, soltanto qualche mese fa, nessuno avrebbe scommesso sui neroverdi ancora in Serie A l’anno prossimo. Una squadra che ha mostrato sin dall’inizio carenze tecniche, ristrutturata a fondo nel mercato di gennaio e che sembrava aver smarrito la strada: come di consueto, via un allenatore (Di Francesco) e dentro un altro (Malesani), per poi tornare sui propri passi in virtù dei risultati disastrosi dell’ex Parma. Colui che aveva portato in A gli emiliani ha poi clamorosamente condotto in porto la nave, suscitando l’entusiasmo della piazza. Anche Corini (subentrato a Sannino) ha dato prova di grande sintonia con l’ambiente Chievo, assicurando il massimo livello del calcio italiano per un’altra stagione. Il legame tra Edy Reja, che ha preso il posto di Petkovic, e la Lazio ha certamente migliorato il rendimento dei biancocelesti, senza tuttavia portare e termine l’obbiettivo europeo.
Milan – Molto si è parlato, e si sta parlando, di quanto successo in casa rossonera. Tutti ricorderanno la debacle di Sassuolo che è costata a Massimiliano Allegri l’esonero in favore di Clarence Seedorf. L’olandese ha preso in mano una squadra senza capo nè coda e l’ha portata a sfiorare un posto in Europa League. Ora il tecnico pare essere arrivato al capolinea, con Inzaghi grande favorito alla successione. La confusione regna sovrana nel club rossonero e l’assenza di un progetto sta allontanando sempre più tifosi, attirando, di contro, critiche da ogni dove.
Problema – Ciò che è ovvio è che, a fronte di un andamento non soddisfacente, per una società sia più comodo allontanare una persona sola (il tecnico) piuttosto che rivoluzionare una squadra. Ci sono i casi in cui è successa l’una e l’altra cosa (Sassuolo), ma soffermandosi a riflettere, una conclusione appare chiara. L’allontanamento di un allenatore non coincide, in buona parte dei casi, con un fallimento di quest’ultimo. Tra squadre inadeguate (Sassuolo, Livorno) o diventate tali in corsa (Bologna) e scelte poco chiare (De Canio, Malesani, Liverani e il recente caso Seedorf) emerge una realtà dove manca programmazione, una realtà figlia di dell’ultimo decennio, dove vacche ancora tutto sommato abbastanza grasse hanno nascosto il futuro ormai prossimo. Ora è tempo di aggiornarsi, di migliorare le strutture che accolgono tifosi e giocatori, ma soprattutto è ora che le società mettano a punto progetti ben chiari, che sappiano guardare oltre la prossima stagione, perchè navigare a vista non è più possibile.
photo credit: calciostreaming via photopin cc