La fusione tra Alitalia ed Etihad è data ormai per certa. Ma, a voler essere precisi, la parte conclusiva della faticosa trattativa potrebbe riservare ancora qualche sorpresa. Soprattutto perché tra i nodi da sciogliere, resta il più delicato: quello che riguarda il numero dei dipendenti che rischiano di perdere il lavoro.
Governo e sindacati avrebbero dovuto parlarne ieri mattina, ma l’incontro è slittato a oggi pomeriggio, a causa (così è stato detto) di improvvisi impegni sopraggiunti. Intorno al tavolo si siederanno oggi i rappresentanti dei maggiori sindacati nazionali e i ministri del Trasporto, Maurizio Lupi, e del Lavoro, Giuliano Poletti, chiamati ad “oliare” la fase (forse) più delicata del negoziato italo-emiratino.
Interpellato ieri dai giornalisti, il responsabile dei Trasporti ha tradito un cauto ottimismo: “Credo che i sindacati, che in questi mesi hanno dimostrato grande responsabilità – ha dichiarato Maurizio Lupi – la dimostreranno ancora. Sono molto fiducioso“.
Ma non ha fatto mistero della sua preoccupazione per gli esuberi prospettati da Etihad nella sua proposta ultimativa: “Il numero di 2.200 esuberi va approfondito – ha detto il ministro – Per esempio, va chiarito se sono compresi anche gli 800 lavoratori che da quattro anni sono in cassa integrazione a zero ore. In tal caso – ha osservato Lupi – la cifra si ridurrebbe a 1.400″.