L’Italia è un Paese in crisi, anche dal punto di vista demografico. A cerificarlo è stato l’Istat, che ha pubblicato ieri il bilancio demografico nazionale aggiornato al 31 dicembre 2013.
Dall’istantanea scattata dall’istituto di statistica, emerge l’immagine di un Paese in deficit di nascite, il cui saldo naturale (dato dalla differenza tra i nati e i morti) è risultato negativo per 86.436 unità, il più basso da sempre. Non solo: l’incremento reale della popolazione, dovuto sia alla dinamica naturale che a quella migratoria, è stato nel 2013 molto modesto, pari ad appena 30 mila unità (+0,1%). Nonostante la presenza degli stranieri continui ad essere importante nel Bel Paese: dei 60.782.668 di persone residenti in Italia, infatti, più di 4 milioni e 900 mila (pari all’8,1%) provengono da altri Paesi.
Per quanto riguarda il calo delle nascite, l’indagine dell’Istat ha messo in evidenza un deficit di 19.878 unità rispetto all’anno precedente, pari al -3,7%. E anche i residenti stranieri – che hanno fino ad ora provveduto a incrementare il numero della popolazione che vive in Italia – hanno fatto registrare, nel corso del 2013, una flessione delle nascite di 2.189 unità rispetto al 2012.
A condizionare il bilancio demografico nazionale, anche il flusso migratorio che, nell’anno preso in esame, ha portato nel nostro Paese circa 182 mila persone in più (una cifra relativamente contenuta rispetto agli anni precedenti). E se l’immigrazione registra una sosanziale frenata, cresce di contro l’emigrazione italiana: nel 2013, infatti, circa 82 mila connazionali (14 mila in più rispetto all’anno precedente) hanno scelto di fare le valigie per trasferirsi all’estero. Un numero importante, che non si registrava da circa 10 anni.