E’ l’Irlanda il Paese più “buono” del mondo. L’Italia si ferma al 20esimo posto

Irlanda

 

Nella babele di classifiche che posizionano i Paesi in base ai loro ritmi di crescita economica e produttiva, l’esperto britannico Simon Anholt ha pensato di tenere a battesimo una nuova graduatoria, capace di misurare il tasso di “bontà” degli Stati del mondo. Si chiama “Good Country Index” e si basa su 35 parametri (dall’istruzione alla sanità, dall’ambiente al tenore di vita, solo per citarne alcuni) presi in esame dall’Onu, dalla Banca Mondiale e da molte altre importanti organizzazioni internazionali nelle loro indagini. Cosa ne è venuto fuori? Che la verde Irlanda è il Paese più “buono” del mondo, ovvero quello che dà il contributo maggiore al benessere dell’umanità e del pianeta e che garantisce (più che altrove) prosperità e uguaglianza ai suoi abitanti.

Dopo di lei: la Finlandia, la Svizzera, l’Olanda, la Nuova Zelanda, la Svezia, la Gran Bretagna, la Norvegia, la Danimarca e il Belgio. Una sfilza di Paesi nordici che conferma quanto gli Stati del Mediterraneo siano ancora indietro non solo in termini di sviluppo economico, ma anche di vivibilità e benessere. E l’Italia? Il Bel Paese si è piazzato al ventesimo posto del “Good Country Index”, battendo gli Stati Uniti che si sono fermati al ventunesimo posto della classifica generale. Nel dettaglio: l’Italia si è posizionata al diciannovesimo posto per salute e benessere, al ventiduesimo per cultura e al trentottesimo per scienza e tecnologia. Ma a incidere negativamente sul suo posizionamento generale ci ha pensato lo scarso contributo dato alla pace e alla sicurezza internazionale, che ha fatto precipitare il nostro Paese al centoduesimo posto della classifica a 125. A meritarsi la “maglia nera” sono stati, invece, tre Stati segnati da conflitti e povertà come l’Iraq, il Vietnam e la Libia.