Deve intervenire necessariamente qualche ente esterno (che sia l’Onu, che sia l’Europa o che sia qualunque altro ente sovranazionale) e deve intervenire adesso. Quello che sta avvenendo in Palestina è un vero e proprio massacro, privo di alcuna logica: tutto inizia con la morte di tre giovani studenti israeliani, rapiti per poi essere uccisi nel mese di giugno da presunti terroristi palestinesi (anche se la vicenda – indubbiamente drammatica – permane abbastanza torbida, come sottolineano alcuni siti in lingua inglese); da allora, legittimato dalle parole del Premier israeliano Benjamin Netanyahu (“Non tratteremo più Hamas con i guanti”), l’esercito israeliano ha dato vita ad una violentissima – e smisurata – rappresaglia (sotto il nome di ‘Operazione Margine Protettivo’).
Ad oggi (in soli 5 giorni), le azioni militari israeliane nella Striscia di Gaza hanno portato alla morte di almeno 170 palestinesi, con oltre 1000 feriti. Tra di essi, tutti civili, anche anziani e bambini.
Il massacro, a giudicare dalle notizie che giungono dalla Palestina (in tal senso vi invitiamo a seguire la fanpage dedicata al compianto Vittorio Arrigoni, che ci fornisce con costanza notizie indipendenti), non pare destinato a cessare (anche in questo preciso momento stanno proseguendo i bombardamenti): c’è il beneplacito degli Stati Uniti (che hanno recentemente dichiarato che “Israele ha il diritto di difendersi dagli attacchi lanciati da una organizzazione terroristica di Gaza” e che forniscono materiale bellico grazie ad un accordo attraverso il quale gli USA forniranno fino al 2018 un aiuto militare di 30 miliardi di dollari) e l’Europa, dal canto suo, si limita ad esprimere la propria “deplorazione” per le vittime civili palestinesi (mentre anche i Paesi europei, tra i quali l’Italia, aiutano militarmente Israele, come sottolineato da questo interessante articolo).
Come evidenziato da altre realtà, inoltre, il contesto mediorientale è cambiato e, per questo motivo, Israele si sente in diritto di fare ciò che desidera (anche se – come evidenzia l’articolo che vi linkiamo – non ha precisamente idea di cosa fare) e nessun Paese vicino è pronto ad alzare la voce per provare a fermare le velleità belliche dello stato sionista.
A cosa porterà, questa ‘Operazione Margine Protettivo’? Giungerà qualcuno per porre freno a questa escalation di violenza? E si riuscirà, infine, a portare finalmente la pace (parliamo di vera pace, non di una tregua passeggera) in queste terre irrorate dal sangue dei civili (specialmente di una parte) da quasi 70 anni?