“Questo è uno stabilimento in condizioni di produrre positivamente e significativamente”: a dichiararlo è stata il segretario della Cgil, Susanna Camusso, che ai lavoratori dell‘Alcoa di Portovesme (nel Sulcis) ha voluto ieri rinnovare il sostegno del suo sindacato.
La vertenza che riguarda l’acciaieria sarda, per cui si fa (sfortunatamente) sempre più concreta la possibilità di una chiusura, ha coinvolto anche i sindacati e le istituzioni che non sono finora riusciti a trovare la quadratura del cerchio. “È una vertenza che ci dice del bisogno di una politica energetica che è una delle condizioni essenziali di una politica industriale”, ha dichiarato ieri la Camusso, che ha tracciato una sorta di cronostoria dei fallimenti collezionati fino a oggi nel Sulcis (e non solo).
“Questo Paese, da troppo tempo, non ha politiche industriali e non ha idea di come si affrontino le crisi industriali – ha tagliato corto la leader della Cgil – Cominciammo la vertenza col governo Berlusconi, abbiamo anche visto un ministro scappare in elicottero (Corrado Passera, ndr) durante una stagione (quella del governo Monti, ndr). Possiamo dire di aver visto passare numerosi governi e continuiamo a insistere sul fatto che il nostro Paese – ha scandito la sindacalista – di produzione di alluminio ne ha bisogno e non è né ragionevole né giusto che si sia costretti a dipendere dall’estero”.
Parole lusinghiere, il segretario della Cgil, ha invece riservato al governatore della Sardegna, Francesco Pigliaru: “Possiamo e dobbiamo rilevare una novità positiva che è quella dell’impegno nuovo della Regione, col suo presidente in particolare, che ha preso in carico il fatto che non siamo di fronte a una necessità di smantellare la zona industriale – ha detto la Camusso – ma siamo di fronte alla possibilità e necessità che questo comprensorio industriale, a partire da Alcoa, ripigli il lavoro”.
“Mi pare che la Regione – ha rimarcato la sindacalista – stia provando a fare un lavoro importante e crediamo che questo debba essere rapidamente accompagnato da un’iniziativa del governo che non si limiti ad ascoltare, se ci sono degli interessi, ma che cerchi gli interlocutori e determini quali politiche sono utili al fine di una ripresa industriale“.