Renzi alla Camera: Mille giorni ultima chance

Renzi

 

Un intervento di quasi un’ora nell’Aula di Montecitorio per rimarcare quello che il premier Matteo Renzi non ha mai smesso di salmodiare sull’efficacia del suo governo e sulla necessità di proseguire spediti lungo la via del riformismo. Il segretario-premier ha incalzato gli onorevoli deputati con la sua loquela sciolta, tornando a indicare i mille giorni come orizzonte ultimo per la realizzazione di progetti quanto mai ambiziosi. Gli stessi che, a suo dire, restituiranno lustro all’Italia.

“I mille giorni non sono un modo per perdere tempo, ma rappresentano anzi l’ultima chance per l’Italia”, ha dichiarato il fiorentino al capo del governo, che ha tentato di consegnare all’Aula una fotografia meno sconfortante di quella scattata da osservatori nazionali e internazionali. “Oggi il mondo corricchia, l’Europa è ferma e l’Italia ha interrotto la caduta – ha detto Renzi – I numeri non sono più devastanti come qualche mese fa, ma chi si accontentasse dovrebbe farsi vedere da uno bravo”. 

E nel suo speech istituzionale teso a rinsaldare la fiducia delle Camere sulle linee di attuazione del programma di governo, il presidente del Consiglio non poteva dimenticare di bersagliare chi, a suo giudizio, pontifica a sproposito: “Nel derby tra i professionisti della tartina e chi si spezza la schiena – ha polemizzato il premier – noi stiamo con quest’ultimi”. Suggellando la sua dichiarazione con una frase a effetto destinata a rimanere negli annali: “Non ci rassegniamo alla rassegnazione“.

A seguire l’elenco (più o meno completo) di quello che la sua squadra di governo ha fatto o si appresta a fare: dalla riforma costituzionale che segnerà il superamento del bicameralismo perfetto e definirà un nuovo rapporto tra lo Stato e i territori alla modifica della legge elettorale; dalla riforma del lavoro a quella della giustizia e della pubblica amministrazione. Senza dimenticare di certificare (anche se solo en passant) l’impegno a licenziare una legge sui diritti civili, a incoraggiare una riforma della Rai, a spendere bene i fondi concessi dall’Unione europea e a investire ogni energia per il miglioramento del sistema scolastico nazionale.

“Ci siamo guardati per troppo tempo allo specchio – ha concluso Matteo Renzi – E’ il momento di guardare fuori”.  Un congedo che ha fatto il paio con l’avvertimento che il capo del governo ha voluto recapitare, sul finale, agli onorevoli deputati: “Ho rispetto dei tempi parlamentari – ha detto – ma ho più rispetto delle cose che ci chiedono gli italiani”. Come dire: se l’opposizione dovesse mettere le ganasce ai nostri progetti di riforma, non esiteremo a ricorrere alla fiducia.