Quella di condividere l’automobile con persone che si spostano nella stessa città sembra essere una tendenza destinata a diventare sempre più diffusa. Sale in Italia, così come in Europa e nel resto del mondo, la “febbre” di car sharing (letteralmente condivisione della macchina), con conseguenze benefiche sia per il portafogli di chi lo utilizza che per l’ambiente.
Stando ai dati diffusi durante la Giornata europea del car sharing che si è svolta nei giorni scorsi a Roma in occasione della Settimana della mobilità sostenibile, sono più di 220 mila gli italiani che si sono già iscritti (e dunque usufruiscono) del servizio di car sharing. Di questi ben 100 mila vivono a Roma dove si registra una media di 35 mila noleggi a settimana.
Nel nostro Paese, il servizio di car sharing dispone di una flotta di circa 3 mila auto dislocate in 11 città, ma è a Roma e a Milano che il servizio sta letteralmente spopolando. Un successo che va di pari passo con l’arrivo, nell’ultimo anno, di operatori privati (come Car2go ed Enjoy di Eni) e con la messa a punto di applicazioni per smartphone sempre più sofisticate (Andale, BlaBlaCar, Carsh) capaci di rendere ancora più agevole la fruizione dell’auto condivisa. Il prossimo 22 settembre verrà presentato l’ultimo software (completamente gratuito) in grado non solo di localizzare in tempo reale le auto e le bici (si parla anche di bike sharing) disponibili nell’area di interesse, ma anche di confrontare le tariffe.
Ma quella di condividere la macchina, come già detto, non è una “moda” solo italiana. Anzi: in tutta Europa sarebbero già 500 mila gli iscritti al servizio di car sharing che dispongono di un parco auto costituito da 13 mila vetture. E le previsioni per il futuro prefigurano numeri sempre più importanti anche a livello mondiale, con 12 milioni di utenti nel 2020 che dovrebbero azionare un giro di affari stimato in 6,2 miliardi di euro.
“Il car sharing, in questo momento, rappresenta uno dei settori più promettenti e vitali della green economy – ha dichiarato Edo Ronchi, presidente della Fondazione per lo sviluppo sostenibile – Usare il car sharing vuol dire inquinare meno, tornare a guadagnare spazio in città da dedicare ai pedoni ed alle piste ciclabili, per garantire ai cittadini una migliore qualità della vita e far risparmiare alle famiglie italiane sui costi della proprietà dell’auto privata”.