Riconoscere e misurare l’amusia, l’incapacità di comprendere la musica

music_by_ear-300x226Coloro che soffrono di amusia, non sono in grado di distinguere una melodia dall’altra , una canzone popolare da una sinfonia, per cui gli amusici non riescono a comprendere ed eseguire la musica. Tra i celebri amusici del mondo vanno citati il presidente Usa Ulysses Grant e Che Guevara.
Non si tratta di un problema di tipo uditivo, visto che gli amusici riescono a sentire i suoni, bensì può derivare da problemi di tipo congenito, ossia essere presente sin dalla nascita. In base ad uno studio tale problema può interessare circa il 4% della popolazione, e in alcuni casi può apparire dopo aver subito danni cerebrali al lobo frontale, al lobo temporale o alla corteccia uditiva.

Secondo quanto dichiara Costanza Papagno, docente di Psicologia fisiologica all’Università di Milano-Bicocca: «La musica richiede, per essere capita, una specializzazione acustica superiore rispetto a quella necessaria per cogliere le intonazioni del linguaggio. È proprio questo tipo di percezione più fine che è persa negli amusici».
Per quanto concerne la misurazione oggettiva del deficit cerebrale nell’amusia congenita, grazie allo studio condotto da Isabelle Peretz dell’ Università di Montréal , è stato possibile determinare le risposte delle cellule cerebrali ai diversi toni musicali in differenti aree del cervello, mediante l’uso dell’elettroencefalografia. Da tale studio pubblicato nel 2005, sulla rivista “Annals of Neurology”, emerge che i pazienti con amusia congenita presentano un’attività anormale nella metà destra del cervello, un deficit compensabile addestrando le proprie capacità di discriminazione delle frequenze. Tuttavia tali pratiche sembrano apportare migliorie sui bambini amusici ma non sugli adulti. Inoltre, per i ricercatori, l’amusia congenita presenta similitudini con la dislessia e i disturbi simili.