Federvini: con nuovo aumento accise a rischio 6.700 posti di lavoro

Vini e liquori

 

Lo Stato, si sa, ha necessità di fare cassa, ma il quarto rincaro in 16 mesi prospettato per la filiera dei vini e della liquoristica (che comprende anche le birre) ha fatto scattare l’allarme tra gli addetti ai lavori.

“In un mercato che sconta gli effetti della crisi generalizzata nei consumi, gli aumenti delle accise sugli spiriti adottati per finanziare voci disparate della spesa pubblica – ha denunciato Federvini in una nota – sono una minaccia reale per la tenuta di un segmento del Made in Italy molto importante e apprezzato nel mondo”.

A impensierire la federazione, l’annuncio di un nuovo rincaro sulle accise (il quarto in un anno e 4 mesi) che non sarà indolore. Con gli incrementi di accisa sugli spiriti che raggiungeranno quota +30% a gennaio 2015 – si legge ancora nella nota – l’impatto di questa manovra sul fronte occupazionale comporterebbe il taglio di oltre 6.700 posti di lavoro, indebolendo gravemente un settore produttivo che esprime alcune eccellenze regionali molto famose al mondo: dalla Grappa al Limoncello, dagli Amari alla Sambuca, dal Nocino di Modena al Mirto di Sardegna”.

Secondo un’indagine condotta da Trade Lab (e a cui Federvini ha fatto riferimento), il maggior gettito che, nell’immediato, si ricaverebbe dall’aumento delle accise, verrebbe neutralizzato dagli effetti derivanti da un’ulteriore contrazione delle vendite che dovrebbe aggirarsi intorno al -9,4%, con circa 23 milioni di litri di prodotto persi. In pratica gli effetti benefici del breve periodo sarebbero annullati dalle perdite del lungo periodo, con effetti deleteri per i lavoratori.

A ribadire il concetto è stato il presidente di Federvini, Sandro Boscaini“L’aumento delle accise sta colpendo e colpirà ancora tutta la nostra filiera allargata, sia a monte sia a valle, mettendo in pericolo il lavoro di oltre 6.700 persone – ha rimarcato – Su questa strada rischiamo l’estinzione del settore liquoristico italiano, con la perdita di un know how antico e di un patrimonio che, invece, dovremmo difendere e valorizzare per sostenere l’export italiano”. Se ci sono sacrifici da fare in un momento difficile allora tutti devono fare la loro – ha aggiunto Boscaini – ma quattro aumenti in 16 mesi vuol dire un accanimento su un settore che è facilmente tassabile”. Da qui l’invito di Federvini a firmare una petizione (sul loro sito) contro l’ennesimo aumento delle accise.