Commercio equo e solidale: italiani sempre più sensibili e informati

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Qual’è la percezione che gli italiani hanno del commercio equo e solidale, ovvero di quel commercio che, bypassando ogni forma di intermediazione tra il produttore e il consumatore, propone prodotti dai prezzi giusti e prestabiliti e realizzati nel rispetto e nella tutela del territorio? A chiederselo è stata Altromercato, la maggiore organizzazione di commercio equo-solidale operante nel nostro Paese, che attraverso l’Osservatorio del Vivere Responsabile (giunto alla sua seconda edizione), ha consegnato un’istantanea a tratti sorprendente della popolazione italiana.

Stando a quanto rilevato da Altromercato, infatti, oltre 6 italiani su 10 si dimostrano sensibili ai temi dell’equità, della giustizia sociale, della tutela dell’ambiente e si dicono disponibili a cambiare le loro abitudini di vita. Non solo: 7 connazionali su 10 ritengono che uno stile di vita più sostenibile e responsabile dovrebbe essere assunto non solo dai singoli cittadini, ma anche dalle istituzioni e dalle imprese. E un italiano su tre dichiara di aver già abbracciato uno stile di vita socialmente responsabile.

Passando alle stime: dall’anno scorso ad oggi, è cresciuta di due punti (dal 27% del 2013 al 29% di quest’anno) la percentuale di persone che si sono impegnate sui temi della responsabilità sociale: i cosiddetti “Etici a prescindere”. Parallelamente sono quasi totalmente scomparsi i cittadini più critici e disinteressati, i cosiddetti “Eti-che?”, che dal 15% del 2013 si sono ridotti al 2% rilevato nell’anno in corso.

In calo (dal 33% del 2013 al 28% del 2014) anche la percentuale dei cosiddetti “Eco-furbi”, coloro che si dichiarano disposti a comportarsi in maniera socialmente responsabile solo se la collettività e le istituzioni lo richiedono espressamente, mentre la categoria degli “Etico sarai tu”, ovvero di coloro che, pur riconoscendo l’importanza dei valori sostenibili, pretendono che siano le istituzioni a segnare la rotta, è aumentata  di ben 12 punti percentuale, passando dal 12% dell’anno scorso al 24% di quest’anno. Si assottiglia, infine, il numero dei connazionali che dichiarano di volere ma di non potere cambiare stile di vita: i cosiddetti “Barriera Economica” che, stando alla rilevazione di Altromercato, sono scesi dal 18% dell’anno scorso al 12% di quest’anno.

“I risultati della seconda edizione dell’Osservatorio del Vivere Responsabile – ha osservato Vittorio Rinaldi, presidente di Altromercato – confermano che il terreno è fertile per portare avanti il nostro nuovo progetto lanciando il filone del commercio equo e solidale italiano. I consumatori si dimostrano, infatti, consapevoli, informati e sensibili ai valori di equità, responsabilità e solidarietà, che il commercio equo e solidale promuove da decenni, oltre che sempre più attenti a sostenere i prodotti italiani e dell’economia locale”.