Mario Sironi in mostra al Vittoriano fino all’8 febbraio

3437-sironi_mostra_complesso_vittorianoA Roma fino all’8 febbraio, presso il Complesso del Vittoriano, sarà possibile ammirare la grande mostra per celebrare Mario Sironi, uno dei più interessanti pittori italiani del Novecento. L’evento è stato organizzato sotto l’Alto Patronato del presidente della Repubblica e con il patrocinio di Camera, Senato, Presidenza del Consiglio e i Ministeri dei beni culturali e degli affari esteri.

La curatrice della mostra su Sironi, Elena Pontiggia, ha creato un percorso espositivo ordinato cronologicamente costituito da 90 dipinti, bozzetti, illustrazioni e riviste che vanno dalla fase giovanile simbolista, alla fase divisionista, futurista fino a quella metafisica. La maggior parte delle opere esposte provengono da musei pubblici e collezioni private, come lo studio preparatorio “Condottiero a cavallo”, realizzato appositamente per il grande affresco dell’aula magna dell’Università La Sapienza, che rappresenta Mussolini a cavallo affiancato da una processione di piccolissimi soldati. Per la curatrice, Sironi era stato un mussoliniano e di certo egli aveva subito l’influenza di Roma prima del regime fascista.

Proprio durante il fascismo gli furono commissionati diversi lavori come l’affresco “Condottiero a cavallo” per La Sapienza, la grande vetrata “La carta del lavoro” per lo scalone del ministero delle Corporazioni e il mosaico “la Giustizia fiancheggiata dalla Legge”. Tra le sue opere principali, non si possono dimenticare quelle degli anni Trenta: “L’Impero”, “Lo studente”, “Il lavoratore” e “L’architetto”. Infine la mostra termina con le opere del Dopoguerra e con l’esposizione delle lettere scritte da personaggi quali Marcello Piacentini e Gio’ Ponti. Elena Pontiggia ha dichiarato: “Sironi ha partecipato a tutti i principali movimenti del secolo: è stato un artista difficile da inquadrare, perché ha una forte tensione classica; è stato uno dei protagonisti del ritorno all’ordine, in Italia, ma al tempo stesso ha sempre avuto una spinta espressionista. Ed è quindi artista classico e tragico al tempo stesso”.