Catania-Bari 2-3, De Luca affonda gli etnei. Per il Catania è notte fonda

20141012_131621Alla vigilia dell’avvio del campionato, Catania e Bari erano tra le principali accreditate alla promozione. Dopo sette giornate, di fatto, lo scontro tra siciliani e pugliesi rappresenta una sfida tra deluse: deluse da un cattivo avvio (sei punti per i padroni di casa, nove per i ‘galletti’) e da un gioco che tarda ad assumere una fisionomia chiara. Per Mangia e Sannino potrebbe essere una ultima spiaggia.

Il primo tempo è caratterizzato da un sostanziale equilibrio: le occasioni, concentrate nella parte centrale della frazione, sono equamente distribuite, ma è il Bari ad essere più cinico, portandosi in vantaggio per due volte. Il primo gol di Caputo, dopo appena 5′, costringe il Catania ad una partenza ad handicap. I rossazzurri si scoprono e pareggiano al 20′ con un (dubbio) rigore realizzato da Rosina,  con “giallo” annesso (il pallone passa attraverso un buco nella rete, dando l’illusione del non gol). Entrambe le compagini hanno la possibilità di portarsi avanti, ma è il Bari a farlo con De Luca (colpo di testa su cross di Stevanovic): Anania, nell’occasione, è imbarazzante (sino al momento dell’errore, era stato ottimo in almeno due casi).

Nella ripresa, ci si immagina di vedere un Catania arrembante ma è il Bari ad allungare: al 52′ De Luca fa quello che vuole e da poco fuori area fa partire un diagonale che si in fila all’angolino. In questa occasione (come in diverse altre), la difesa è in fortissime ambasce. Dopo 2′ gli etnei potrebbe portarsi sul 2-3 con un bel tocco di Calaiò su una morbida imbeccata di Rosina. Il 2-3, comunque, giunge da lì a poco. Marcelinho cade in area e procura il secondo penalty per i rossazzurri: Rosina, dagli undici metri, è impeccabile e riporta in carreggiata i suoi. Nel prosieguo della partita, il Catania risulta poco incisivo e sono i ‘galletti’ a rischiare di portare a quattro le marcature, complice una difesa a tratti immobile. Da rivedere, frattanto, la prestazione di Leto: i sonori fischi al momento del cambio sottolineano la brutta gara del lezioso argentino, innamorato di se stesso. Da sottolineare inoltre come l’argentino non abbia stretto la mano a Sannino dopo la sostituzione: non è la prima volta che il numero undici fa le bizze, una volta sostituito; la società (contestata soprattutto nella figura di Cosentino) dovrebbe prendere provvedimenti.

Per il Bari, tre punti fondamentali su un campo difficilissimo. Per il Catania, è notte fonda: urge cambiare la rotta, anche per scacciare i fantasmi legati ad una pericolosa posizione nelle retrovie. Unici segnali positivi dai veterani Rosina e Calaiò, oltre che da Marcelinho (il cui ottimo primo tempo non può offuscare una ripresa abulica).