Lucchini Piombino: spunta una seconda offerta

Lucchini

 

Ci sarebbe un secondo potenziale acquirente interessato a rilevare lo stabilimento Lucchini di Piombino. La notizia è stata diffusa nei giorni scorsi dall’Agi (Agenzia giornalistica Italia), che ha parlato di una seconda offerta formalizzata dal gruppo algerino Cevital.

L’investimento prospettato dalla Cevital sarebbe particolarmente importante (oltre 300 milioni di euro) e prevederebbe l’installazione di due nuovi forni elettrici (in sostituzione dell’altoforno spento ormai da mesi) e un rinnovamento della lavorazione a freddo. Non solo: nelle ambizioni della Cevital ci sarebbe anche quella di andare oltre la semplice produzione siderurgica, con una piattaforma logistica orientata a creare un complesso di produzione agro-industriale rivolta a tutto il mercato del Mediterraneo.

Sul piano occupazionale, il gruppo di Algeri proporrebbe di assumere il numero di lavoratori utili a far ripartire l’attività siderurgica nel sito (si presume tutti i dipendenti dell’ex acciaieria), prefigurando poi nuove assunzioni per le altre attività del gruppo. Ma nulla, fino ad ora, è stato ancora formalizzato e, stando a quanto riferito dall’Agi, la Cervital si è impegnata a presentare nei prossimi giorni al commissario straordinario, Piero Nardi (che segue la vertenza Lucchini), un piano industriale e occupazionale dettagliato.

Ma a fregarla sul tempo potrebbe essere la Jws Steel del magnate indiano Sajjan Jindal che ha già presentato un’offerta vincolante che proprio oggi verrà sottoposta da Nardi all’attenzione del Comitato di sorveglianza. Se i tecnici dovessero esprimere parere positivo, il negoziato aperto da mesi con gli indiani potrebbe avviarsi verso la fase conclusiva spianando la strada a un accordo preliminare d’acquisto.

La notizia diffusa dall’Agi ha sorpreso positivamente sia il viceministro allo Sviluppo Economico, Claudio De Vincenti, che il presidente della Regione Toscana, Enrico Rossi“Se effettivamente c’è un’altra proposta di acquisto della Lucchini – ha commentato il governatore – non può che essere un fatto positivo. La sostanza e la credibilità della proposta sarà valutata dal commissario Nardi che poi riferirà alle istituzioni”. 

Più cauta la reazione di Salvatore Barone, responsabile Politiche industriali della Cgil“Non conosciamo ancora né l’offerta né il piano industriale su cui ovviamente prestiamo particolare attenzione – ha detto il sindacalista – perché al piano è legato il numero degli occupati”. “L’obiettivo nostro – ha però precisato Barone – è mantenere l’area a caldo perché altrimenti il ridimensionamento produttivo e occupazionale sarebbe particolarmente grave e pesante”.