Teatro Eliseo a rischio sfratto: lavoratori annunciano sciopero

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Il teatro Eliseo di Roma è il più grande e blasonato teatro privato della Capitale. E anche quello che, negli anni, ha beneficiato della quantità più ingente di contributi statali. Eppure il bilancio è da tempo in rosso e le difficoltà finanziarie (che si sono fatte più acute negli ultimi 4 anni) hanno causato debiti per 500 mila euro con la società immobiliare che ne riscuote l’affitto.

Da qui la richiesta di sfratto, con l’ennesima “comparsata” di ieri dell’ufficiale giudiziario conclusasi con una nuova proroga fino a fine mese. I gestori dell’Eliseo dovrebbero, in pratica, onorare i debiti contratti entro le prossime due settimane, riportando ordine nella contabilità. Una missione più che impossibile, se si tiene conto che a gravare sul bilancio del teatro ci sono (oltre ai compensi da rendere ai dipendenti e alle varie compagnie che si alterneranno sul palco) i faraonici costi di gestione (circa 2 milioni di euro all’anno) e quelli legati all’agibilità degli spazi che devono essere rimodernati entro metà dicembre.

La situazione è, insomma, più che compromessa, ma il direttore artistico Massimo Monaci tradisce ottimismo e garantisce che i problemi finanziari del teatro non inficeranno l’avvio della stagione ormai alle porte. Qualunque cosa accada – è la sua promessa – gli abbonati potranno andare a teatro con la certezza di gustarsi lo spettacolo per cui hanno pagato il biglietto. A meno che i lavoratori dell’Eliseo, già in agitazione da qualche mese, non decidano di inscenare forme di protesta clamorose. “Non abbiamo mai escluso l’occupazione – ha dichiarato Davide Mori della Uilmcom – quella però è l’ultima carta. Ma uno sciopero si, quello se lo devono aspettare. Se la situazione non cambia, sicuramente sciopereremo. Quando ancora non si sa, magari alla prima, il 21 ottobre“.

I dipendenti dell’Eliseo lamentano il clima di perenne incertezza (“Ogni quindici giorni si affaccia il problema dello sfratto che va assolutamente risolto”, hanno tuonato) e il mancato pagamento delle ultime due mensilità (settembre e ottobre). Per non parlare dei timori legati alla possibilità di perdere definitivamente il posto di lavoro. L’unica offerta considerata credibile finora pervenuta è quella del produttore teatrale Francesco Bellomo, disposto – a quel che si dice – ad accollarsi le perdite e a rilevare lo spazio. Bellomo non ha, però, fin qui precisato se intenderebbe mantenere gli attuali assetti occupazionali o preferirebbe optare per un “restyling” generale. Un’incognita che semina panico tra i dipendenti.