In tempi di crisi, si sa, si tenta di risparmiare su tutto. Eppure c’è un mercato che continua a espandersi, segnando importanti cambiamenti nel modo di fare shopping. Si tratta dell’e-commerce ovvero della commercializzazione di beni e servizi attraverso la Rete che, secondo lo studio condotto dalla School of Management del Politecnico di Milano e da Netcomm, è scelto da sempre più connazionali.
Le vendite dai siti Internet, nel 2014, hanno raggiunto un valore complessivo di 13,3 miliardi di euro (circa 2 miliardi in più rispetto all’anno precedente) coinvolgendo più i prodotti (70%) che i servizi (30%). Nello specifico: tra i beni più acquistati sulla Rete, vanno indicati i capi di abbigliamento e i prodotti d’informatica e di elettronica di consumo, con un vero e proprio boom degli smartphone la cui vendita è aumentata del 100%. Per quanto riguarda i servizi, invece, l’acquirente elettronico premia innanzitutto il turismo, ma vanno bene anche altri settori come quelli delle assicurazioni, delle ricariche telefoniche e della biglietteria per concerti o altri eventi.
E non vanno trascurati i comparti in espansione, come quello del Food&Wine gastronomico (che riguarda la vendita di cibo e vino) che ha raggiunto, nel 2014, un valore di 40 milioni di euro (+25% rispetto all’anno precedente) o quello dell’arredamento che è cresciuto del 100% raggiungendo un valore stimato al di sopra dei 130 milioni di euro. In crescita del 25% anche la vendita su Internet di prodotti di profumeria e cosmetica, mentre aumenta anche il numero di persone che scelgono di fare spesa con un click (+ 18% rispetto al 2013).
La fotografia scattata dal Politecnico di Milano ha, infine, tracciato uno svelto identikit degli acquirenti online che, nel nostro Paese, hanno ormai superato i 16 milioni. Distinguendoli tra “abituali” (coloro che effettuano almeno un acquisto al mese) che sono circa 10 milioni e generano, come è facile comprendere, il 90% circa del valore complessivo dell’e-commerce, e gli “sporadici” (coloro che acquistano sulla Rete episodicamente, senza alcuna regolarità) che sono, invece, 6 milioni. Un campione della popolazione in crescita che, stando ai calcoli riportati nell’indagine, mette facilmente mano al portafoglio e spende mediamente mille euro all’anno.