Il Jobs Act non piace a molti. Prima tra tutti, il segretario della Cgil, Susanna Camusso, che ha ieri formalizzato l’intenzione di manifestare il proprio disaccordo nei confronti dei principali provvedimenti governativi (Jobs Act e legge di Stabilità), annunciando uno sciopero generale di 8 ore che si svolgerà il prossimo 5 dicembre.
La data ha solleticato l’ironia del deputato democratico, Ernesto Carbone, che in un tweet ha scritto: “Il 5 dicembre è un venerdì poi sabato, domenica e lunedì 8 dicembre che è festivo… Il ponte è servito #Coincidence”. Come dire che lo sciopero annunciato dal sindacato “rosso” altro non sarebbe, secondo il “renziano” di ferro, se non l’occasione per concedersi una lunga pausa dal lavoro.
“I lavoratori quando scioperano perdono una giornata di paga”, ha controbattuto (sempre via twitter) la Cgil, aggiungendo che “Lavoratori, pensionati, disoccupati, precari sono in forti difficoltà economiche e di prospettive. Per questo scioperano”. E a rispondere per le rime alla “boutade” di Carbone è stato anche il leader della Fiom, Maurizio Landini: “Sciopero ponte? La cosa mi fa solo ridere – ha dichiarato a chi lo ha interpellato sull’argomento – Basta guardare le piazze, sono strapiene. Senza considerare che uno sciopero costa molto a un lavoratore. E’ una vera sciocchezza dire questo”.
Ma a consegnare la replica più velenosa è stato il deputato di Sel, Giorgio Airaudo, che nel corso di una conferenza stampa allestita ieri per annunciare i 120 emendamenti al Jobs Act depositati dal suo partito, non si è lasciato sfuggire l’occasione di “bacchettare” il malizioso Carbone: “Scioperare costa a un lavoratore, non è goliardia, chi farà lo sciopero ci rimetterà 8 ore di lavoro – ha evidenziato l’ex sindacalista – Ci sono parlamentari che fanno la corsa a prendere la diaria e sono gli stessi – ha affondato Airaudo – che fanno i tweet”. A dargli man forte è stato Nichi Vendola che, nel corso della stessa conferenza stampa, ha (lapidariamente) chiosato: “Cenere a Carbone”, celebrando con una vigorosa stretta di mano la completa condivisione di quanto appena espresso dal suo collega di partito.