La buona notizia è che, nel mese di dicembre, le tredicesime che verranno corrisposte ai lavoratori italiani saranno mediamente più alte di quelle dell’anno scorso. La cattiva notizia è che, nonostante ciò, il potere d’acquisto degli stessi italiani non è destinato a crescere. Anzi.
A fare due conti è stato l’ufficio studi di Confcommercio che ha calcolato che, nel 2014, i nostri connazionali intascheranno 39,2 miliardi di tredicesima, lo 0,9% in più rispetto all’anno scorso. Ma a rovinare tutto ci pensano le solite tasse: tra Ici, Imu, Tari, Tasi, canone Rai e altro bisognerà sborsare, infatti, 9,5 miliardi di euro, il 18% in più rispetto al 2013. Da qui la facile deduzione: nonostante lo stipendio di fine anno sarà più soddisfacente di quello dell’anno scorso, solo una piccola parte potrà essere destinata agli acquisti. Tanto che ogni famiglia italiana spenderà, in media, 41 euro in meno per i regali di Natale.
Un budget più contenuto che fa il paio con la leggera flessione della propensione agli acquisti: se nel 2013 l’85,8% degli italiani non ha rinunciato allo shopping natalizio, quest’anno la percentuale scenderà lievemente all’85,2%. E se l’84,8% dei connazionali metterà sotto l’albero un regalo tradizionale, il 15,2% opterà, invece, per un cadeau tecnologico.
“Redditi al palo, fiducia in calo, ripresa incerta e tasse ancora troppo alte – ha commentato il presidente di Confcommercio, Carlo Sangalli – rischiano di congelare i consumi anche per questo Natale. Il carico fiscale di dicembre neutralizza l’effetto positivo del bonus da 80 euro e la crescita delle tredicesime: le tasse si portano via circa 1 miliardo e 400 milioni di potenziali acquisti. Resistono, per fortuna, il senso e la tradizione del Natale, anche se si spenderà meno. E’ necessaria una coraggiosa operazione di fiducia che abbassi il carico fiscale per dare ossigeno all’economia e fare ripartire i consumi. Perché se ripartono i consumi – ha chiosato Sangalli – riparte il Paese”.