L’italiano medio, si sa, è un individuo pigro.
Per sua natura rifiuta le lunghe letture, il suo cervello si limita a recepire quelle due o tre parole-chiave in un testo (Immigrati, Gay, Napolitano, Sveglia1!) e condividere passivamente sul proprio social network preferito.
Il violento proliferare, in tempi recenti di nuovi “blog di disinformazione” trova dunque nelle abitudini dell’italiano dal facile copincolla una ricca fonte di guadagno, sottoforma di “views”, alimentando il circolo vizioso del razzismo che crea altro razzismo: non è più necessario ingigantire un fatto reale, ma nemmeno inventare una storia credibile, per ottenere condivisioni facili da parte di migliaia di utenti. Di questi tempi anche la storia più assurda verrà ritenuta credibile.
Per questo motivo ho trovato curioso un articolo uscito recentemente in rete che, nonostante alla fine si riveli l’ennesimo punto di vista ignorante sull’argomento OMOFOBIA, colpisce per la quantità di documenti che produce a difesa della sua argomentazione.
L’articolo titola: Lo sai che l’Europa ha legalizzato la pedofilia?L’ Italia ha eseguito gli ordini a tua insaputa
e continua..
“Ti sei mai chiesto perchè i pedofili da qualche anno non vanno più in galera?Semplice!Perchè la pedofilia è diventata legale in Europa a tua insaputa e con un trucco.Ecco quale.ASSURDO! Per l’Europa dei banchieri, dei politicanti prezzolati e dei burocrati, la nuova regola – verniciata con un sedicente ideale – da imporre a tutti i popoli del vecchio continente è inquietante: è lecito il sesso tra adulti e bambini. Non ci credete? Allora provate a leggere nell’idioma che preferite laRaccomandazione CM/Rec (2010) 5 del Comitato dei Ministri del Consiglio d’Europa. All’articolo 18 c’è scritto testualmente:«Gli Stati membri dovrebbero assicurare l’abrogazione di qualsiasi legislazione discriminatoria ai sensi della quale sia considerato reato penale il rapporto sessuale tra adulti consenzienti dello stesso sesso, ivi comprese le disposizioni che stabiliscono una distinzione tra l’età del consenso per gli atti sessuali tra persone dello stesso sesso e tra eterosessuali; dovrebbero inoltre adottare misure appropriate al fine di abrogare, emendare o applicare in modo compatibile con il principio di non discriminazione qualsiasi disposizione di diritto penale che possa, nella sua formulazione, dare luogo a un’applicazione discriminatoria».”
Seguono uno screenshot della Raccomandazione Europea e delle “linee guida di una Strategia Nazionale LGBT per l’applicazione dei princìpi contenuti nella suddetta Raccomandazione”.
L’articolo prosegue citando con esattezza la normativa italiana relativa all’ età del consenso compresa la “ratio” della norma, ma da questo momento in poi il lato informativo dell’articolo verrà completamente messo da parte per fare spazio alla propaganda omofoba.
“Ora questa Raccomandazione europea, prontamente recepita dal, governo tricolore, auspica l’azzeramento di ogni distinzione d’età – in Italia come negli altri Paesi – col grave rischio di considerare domani lecite condotte oggi costituenti reato in un progressivo scivolamento culturale e giuridico verso il basso.
Se il criterio per considerare lecito e normale – e pertanto generatore di diritti – qualsiasi tipo di unione sessuale ed affettiva è la libertà ed il libero consenso delle parti, dopo aver sdoganato penalmente e quindi culturalmente i rapporti tra maggiorenni e minori anche di anni 14, si passerà a sdoganare l’incesto (che già oggi è reato solo in caso di pubblico scandalo) e la poligamia, in modo tale da richiedere per entrambi il riconoscimento giuridico con relativi diritti.
Se, infatti, l’ unico imperativo morale è la libertà che non può essere conculcata da nessun principio o legge naturale, non si vede perché un domani, in base a tali presupposti, due o tre donne consenzienti non potranno sposarsi con un uomo o viceversa (e quindi pretendere gli stessi diritti delle obsolete e banali famiglie monogamiche ed eterosessuali tradizionali) o un nonno sposarsi con la nipote consenziente o un padre con la figlia. Ciò che può apparire una provocazione, ma che sul piano logico-giuridico non lo è affatto, si spera sia sufficiente ad evidenziare la folle antropologia che sta alla base di tali documenti”.
L’autore dell’articolo propone una chiave di lettura dei documenti in via pessimistica, paventando l’ipotesi che un uso distorto della “libertà” possa essere usato per giustificare condotte vanno contro la “libertà” di consenso dell’individuo, minorenne o maggiorenne. Non è vero che questa Raccomandazione europea auspica l’azzeramento di ogni distinzione d’età o sdogana penalmente e culturalmente i rapporti tra maggiorenni e minori di anni 14.
il testo, in realtà, sottoliena l’importanza di un’armonizzazione del trattamento dei reati sessuali tra persone dello stesso sesso, rispetto a quello degli stessi reati tra individui di sesso opposto.In altre parole, se in uno Stato Europeo è considerato reato penale l’atto sessuale consenziente tra due adulti dello stesso sesso dovrebbe essere depenalizzato; se in uno Stato Europeo vi sono distinzioni di età di consenso basate sull’orientamento sessuale dei partner, dovrebbero essere parificate. E’ inesistente il pericolo di un applicazione perversa del meccanismo, perché il libero consenso è un principio consolidato in europa e protetto come bene giuridico fondamentale.
La ratio dell’intera Raccomandazione è l’eliminazione delle differenze basate sull’orientamento sessuale, in applicazione del principio di non discriminazione sancito in numerose normative europee e nazionali, non la liberalizzazione di comportamenti che costituiscono già reato penale in alcuni ordinamenti.
L’articolo prosegue sempre peggio:
”Per adeguarsi a questi deliranti programmi, il documento dell’UNAR impone l’obbligo di considerare l’omosessualità equivalente all’eterosessualità in tutto e per tutto, senza ammettere alcun dubbio. Anzi, tutto ciò che non rimanda a una piena approvazione di ogni diritto richiesto dalla comunità di lesbiche, gay, bisessuali e trans (LGBT) è automaticamente considerato omofobia, rientra cioè in quei “pensieri dell’odio” che la legge punisce severamente. In pratica è obbligatorio – per legge – pensare che le relazioni omosessuali siano una pratica assolutamente naturale e, perciò, sia anche sacrosanto il matrimonio tra persone dello stesso sesso, perché come radice dell’omofobia viene indicato l’eterosessismo, vale a dire il pensare che solo il rapporto eterosessuale sia naturale.
Paradossalmente siamo all’inversione per legge di ogni diritto naturale. Siamo arrivati al punto che gli eterosessuali, coloro che giudicano innata e regolare la sessualità praticata tra individui di genere diverso, sono diventati soggetti malati o da rieducare.”
L’autore prosegue in una discutibile argomentazione del sapore retorico verso alcune dichiarazioni di Piero Grasso contro gli omofobi
e si dilunga parecchio sulla descrizione negativa di alcune politiche di integrazione scolastica per persone LGBT, proseguendo in un climax discendente di degrado letterario (in questa citazione ritroviamo pure alcune delle parole chiave tanto care all’italiano medio):
“Nessuna meraviglia perciò se prossimamente tra i problemi reali che affliggono il Paese, tra la disperazione dei cittadini e degli imprenditori che arrivano al suicidio, tra i drammi delle famiglie e dei lavoratori travolti dalla crisi, tra le difficoltà dell’economia e le incertezze sul futuro degli italiani, la sinistra cercherà di inserire con manovre ricattatorie e ipocrite le problematiche (dell’immigrazione e quelle) dei gay. Saremo aggrediti dalla propaganda anti-omofoba, contro gli argini tradizionali della eterosessualità additata come colpa e malattia e martellati dalle richieste per i presunti diritti degli omosessuali a sposarsi, a ottenere riconoscimenti genitoriali per adozioni o “uteri in affitto” e a porsi in concorrenza sul terreno delle tutele e delle agevolazioni con le famiglie tradizionali, senza “discriminazioni” sessiste collegate ai concetti di normalità e naturalità.
L’obiettivo ultimo è intuibile: permettere che gay e lesbiche possano sposarsi tra loro, costituire delle famiglie, adottare dei bambini e un domani (molto prossimo) poter avere dei figli propri accedendo all’inseminazione artificiale in “combinato disposto” con l’utero in affitto.”
E così via fino alla fine dell’articolo, compresa una forzata citazione provocatoria di Mario Meli, controverso personaggio autore del libro ‘Elementi di critica omosessuale’. Sicuramente è notevole l’impegno dimostrato per trasformare questa legittima normativa contro la discriminazione in classica retorica discriminatoria, ma credo che, di questi tempi, sarebbero bastate due frasette alla Salvini per ottenere la stessa quantità di visualizzazioni. Chi conosce un minimo la storia, il diritto, ed è conscio della struttura solida che sta alla base dei diritti fondamentali dell’uomo continuerà a considerare carta straccia virtuale questi punti di vista. I principi della Carta Fondamentale dei Diritti dell’Uomo non possono essere dimenticati. La comunità LGBT combatte ogni giorno per ricevere riconoscimento da parte di tutte le legislazioni nazionali, una battaglia legale ma soprattutto culturale e che per questo motivo è molto difficile da sradicare. Nel frattempo, diffidare da articoli come questo e analizzare le questioni a 360° è fondamentale per un approccio critico e intelligente ai temi sociali, per non rischiare di cadere nel baratro delle frasi fatte e del razzismo spicciolo.
C.B.