Partiti in profondo rosso: Forza Italia e Lega licenziano i dipendenti

Berlusconi e Salvini

 

Dici partito e pensi agli sprechi e ai privilegi che fanno crescere il livello di bile dei cittadini indignati. Eppure c’è una crisi che miete vittime anche nelle strutture politiche, coinvolgendo, però, coloro che lavorano “dietro le quinte”. Gli ultimi, in termini di tempo, sono gli 83 dipendenti di Forza Italia ai quali è stata recapitata una lettera sgradita che annuncia l’avvio della procedura di licenziamento per circa 40 di loro.

Ancor prima era toccato a 43 colleghi del Pdl, liquidati frettolosamente con una mail che li invitava a fare gli scatoloni. Un “benservito” inaccettabile, che ha spinto una delle cassintegrate a dare voce alla sua amarezza sul sito licenziatidasilvio.it“Quello che vorrei esprimerle – si legge nello “sfogo” dell’ex dipendente che si rivolge direttamente a Silvio Berlusconi – è l’amarezza e la delusione per l’assoluta indifferenza e superficialità con la quale siamo stati messi alla porta”. “Personalmente trovo surreale – ha rincarato l’ex dipendente pidiellina – che vengano inviate comunicazioni tanto gravi e dolorose in questo modo asettico, senza che nessuno abbia ritenuto umanamente e moralmente corretto convocarci per un colloquio di commiato“.  

Come dire che l’ex Cavaliere, che si è sempre vantato della sua storia imprenditoriale di successo (che gli ha permesso – a suo dire – di cementare rapporti più che affettuosi con i suoi dipendenti), ha clamorosamente mancato di tatto e sensibilità, sacrificando decine di lavoratori sull’altare dei conti in rosso.

Ma non è stato l’unico. Anche la Lega Nord ha avviato la procedura di licenziamento collettivo per i suoi 71 dipendenti. Il motivo? La mancanza di soldi nelle casse causata dai cattivi risultati elettorali degli ultimi anni a cui la nuova “gestione Salvini” sta ponendo un argine. Non solo: a infliggere un altro grave colpo al budget del partito (così come a quello di Forza Italia) è stata la modifica alla legge sul finanziamento pubblico ai partiti, che ha costretto i vertici a operare una sommaria  “spending review” che ha preso le mosse dalla razionalizzazione dei dipendenti. A farne le spese, a casa del Carroccio, è stato anche il quotidiano “La Padania” che, dopo anni di attività, ha dovuto sospendere le pubblicazioni. Per colpa del taglio al fondo per l’editoria, certo, ma non solo.

“Anche in via Bellerio (sede della Lega Nord, ndr) – ha denunciato il Comitato di redazione del giornale – è stata fatta una scelta politico-editoriale che ha condotto alla cancellazione di una testata che, da quasi 18 anni, ha rappresentato l’unica voce delle battaglie del movimento. La Lega, infatti, nonostante le prospettive di crescita dei consensi politico-elettorali che tutti i sondaggi le riconoscono, ha deciso di non rinnovare il proprio contributo al bilancio dell’Editoriale Nord”.